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8 Gennaio 2024

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Patagonia: due nuove ripetizioni per Laura Tiefenthaler e Thomas Bukowski a cavallo del nuovo anno

Laura Tiefenthaler e Thomas Bukowski in cima al Fitz Roy: selfie in vetta. Fonte blog T. Bukowski

L’austriaca e l’americano hanno salito la via ‘Exocet’ sull’Aguja Standardt e la via “El Corazon” sul Fitz Roy

Tra il 29 dicembre 2023 e il 1° gennaio 2024, Laura Tiefenthaler (Austria) e Thomas Bukowski (USA), hanno scalato la via El Corazon, 1250 metri, 45˚ 6c A3 M (7b con varianti) sul Fitz Roy, salita per la prima volta il 20 febbraio 1992 dallo svizzero Kaspar Ochsner e dal ceco Michal Pitelka attraverso il pilastro Est.  Nonostante sia stata aperta più di 30 anni fa, è stata ripetuta poche volte.

La via prende il nome da un elemento di pietra grigia a forma di cuore collocato in cima alla parete, una sezione chiave che presenta le maggiori difficoltà.

Tiefenthaler e Bukowski sono arrivati in Patagonia a metà dicembre. Per prima cosa hanno salito la via Exocet sull’Aguja Standardt, con l’aiuto di Rolando Garibotti. Successivamente, si sono diretti verso la parete est del Fitz Roy.

Il team ha puntato alla parete est perché  più asciutta e più riparata dal vento. “Abbiamo deciso di provarci senza troppe aspettative di arrivare in cima”, ha raccontato Laura.

Venerdì 29 dicembre hanno attraversato il ghiacciaio e raggiunto il Paso Superior, dove hanno montato la loro tenta e deciso di fermarsi per la notte. Il giorno dopo,  alle 6 del mattino, hanno ripreso la loro marcia e alle 8 circa,  erano alla base della parete. Hanno individuato subito la via ma faticato fino alle 13,00 per trovarne la partenza.

“Potevamo vedere la fessura a cui puntavamo, ma non riuscivamo a raggiungerla – racconta Tiefenthaler sul suo instagram – Ho affrontato il primo blocco di testa, sperando di procedere poi spediti. Inizialmente ero un po’ insicura, essendo un’ “europea” senza molta esperienza in fessure. Dopotutto si trattava di una salita in stile Yosemite. Le cose hanno iniziato a scorrere e sono stata felice e anche un po’ orgogliosa di arrivare in cima al tiro 12 entro le 20.00. Qui ci siamo scambiati la guida. Le condizioni erano buone. Le fessure nella parte bassa erano in parte bagnate ma mai ghiacciate. Il Tetto dell’Acquario (Aquarian Roof) non si è smentito; ho fatto una doccia fredda mentre lo salivo, congelando ad ogni sosta… Fortunatamente ero quasi asciutta quando abbiamo raggiunto il “bivacco” dopo il tiro 16, alle 00:30 della notte.”

La cengia si è rivelata molto più piccola di quanto si aspettassero. Laura e Thomas hanno trascorso la loro prima notte in parete come meglio hanno potuto. “Credo di aver dormito per circa 10 minuti…”, scrive Laura.

Alle 7 di domenica 30 gennaio i due hanno ripreso la scalata e alle 15:30 hanno raggiunto la sezione a forma di cuore che dà il nome alla via. “Siamo riusciti a superarla bene grazie alla beta perfetta ricevuta da Colin Haley”, spiega Tiefenthaler.

“Verso le 21:00 abbiamo superato la parte più ripida della parete e siamo arrivati alla “parete” nord-est, oltre il Pilastro Goretta. La vetta sembrava vicina, ma sapevo che ci aspettavano quasi 300 metri di lavoro su vie alpinistiche a blocchi”, spiega Bukowski sul suo blog.

Alle 21:45 i due si sono fermati per una sosta. Qui hanno ricevuto il bollettino meteo da Garibotti che indicava venti a 45 km/h in vetta tra le 3 del mattino e le 6 del pomeriggio, con un successivo peggioramento del tempo. “Sembrava un tempo sufficiente e abbiamo deciso di andare... – racconta Thomas –  Ho restituito il comando a Laura. Lei ha continuato a salire, fino al tramonto, facendo assolutamente centro nel trovare la via. La roccia diventava sempre più ghiacciata  ma lei ha continuato. Il nostro ultimo momento di pace nella notte di domenica 31, davanti all’ombra del Cerro Chaltén. Alle 2:30 del mattino di lunedì, primo giorno del 2024, eravamo sui nevai finali della vetta. Ora, sulla cresta nord del Fitz Roy, eravamo alla luce del sole.”

Tiefenthaler precisa che dalla spalla superiore hanno affrontato forti venti e tratti con visibilità di soli 15 metri. Raggiunta la vetta alle 3:45 del del 1° gennaio, hanno iniziato immediatamente la discesa. Il tempo è peggiorato: “Eravamo entrambi spaventati dalle condizioni, ma siamo riusciti a mantenere la calma…”

Arrivati a La Brecha a metà pomeriggio, sono scesi al campo di Paso Superior  alle 19.00. Purtroppo lì hanno scoperto che il vento aveva spazzato via la loro tenda. Barcollanti, senza cibo e senza riposare, hanno proseguito la loro marcia sul ghiacciaio ritornando a El Chalten alle 2 di martedì notte, sotto una pioggia battente.