MENU

9 Gennaio 2024

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Alpi Orientali · Aree Montane · Europa

Riso Nemec e Adam Kaniak scalano con successo la Nord dello Spik

Adam Kaniak a Rišo Nemec sullo Spik, gennaio 2024. Fonte SHS James/facebook

I due alpinisti sloveni hanno affrontato l’impegnativa “Direktna Smer”

Il 5 gennaio scorso, gli alpinisti slovacchi Adam Kaniak e Riso Nemec  hanno scalato con successo una delle pareti più emblematiche delle Alpi Giulie slovene, la parete Nord dello Spik, attraverso l’impegnativa via Diretta (“Direktna Smer“). Lo rende noto l’associazione alpinistica slovacca SHS James, pubblicando le foto dell’impresa.

“Ci siamo trovati nel posto giusto al momento giusto – ha raccontato Adam – e siamo riusciti a salire una delle pareti più iconiche delle Alpi Giulie, la parete Nord di 900 m dello Špik, attraverso la via Direktna. Abbiamo trovato condizioni fantastiche in parete, salendola quasi tutta in parallelo in 7 ore, affrontando difficoltà AI5+”.

La Diretta fu salita per la prima volta tra il 5 e 6 settembre 1926 da Mira ‘Marko’ Debelak e dal suo compagno di cordata Stane Tominsek. All’epoca, questa impresa rappresentò un traguardo importante nella storia dell’alpinismo europeo, in particolare per Mira Debelak, che divenne una figura pionieristica in quanto primo membro femminile del Club Accademico Austriaco.

La via fu ripetuta per la prima volta nel 1927 da Edo Derzaj e Stane Hudnik, e successivamente da altri noti alpinisti, tra cui Francek Knez (1978), Nejc Zaplotnik (1979) e Igor Mezgec (1981).

Lo Spik (2.472 m)

Lo Spik è una montagna piramidale del gruppo montuoso di Martuljek ed è situata nelle Alpi Giulie orientali, in Slovenia, all’interno del Parco nazionale del Triglav.

Il suo nome, “spuntone”, deriva dalla sua forma appuntita. La via Normale segue il versante Sud mentre il versante Nord della vetta è molto più selvaggio e ripido.

Si contano almeno 15 vie sulla montagna, e la Diretta (Direktna Smer) è la più impegnativa. Sebbene lo Spik non sia la cima più alta del gruppo, la sua formidabile parete Nord ha attratto per molto tempo l’attenzione degli alpinisti.

Parete Nord dello Spik: topo via Diretta (Direktna Smer). Fonte associazione alpinistica slovacca SHS James.

La tragedia del 1952

La più grande tragedia nella storia dell’alpinismo sloveno si consumò proprio sulla parete Nord, nella primavera del 1952.

Per festeggiare il 1° maggio, un gruppo di giovani alpinisti, tre fratelli, Ivan, Milan e Jože Uršič, studenti dell’Università di Lubiana, Hinko Muraus, studente di un istituto tecnico superiore, e Franc Karner, impiegato del tribunale, approfittò delle vacanze per salire lo Spik. Inizialmente puntarono ad un’altra via, ma poi cambiarono obiettivo e si diressero verso la  Nord, una delle pareti più belle e attraenti, ma anche una delle più pericolose delle Alpi Giulie orientali.

Nel frattempo iniziò a piovere e i giovani alpinisti, che si erano divisi in due gruppi, decisero di tornare indietro. Sulla via del ritorno uno di loro scivolò e trascinò con sé il suo compagno di cordata. I due caddero per 200 metri nella neve e morirono all’istante. Quando gli altri tre si accorsero dell’incidente, si assicurarono alla parete e attesero i soccorsi.

Il pomeriggio successivo, altri tre membri della squadra che si trovavano nel rifugio di Martuljko, dopo aver cercato senza successo i compagni, decisero di allertare i soccorsi che, a causa del maltempo,  intervennero solo il giorno successivo, più di due giorni dopo l’incidente.

Quando i soccorritori riuscirono a raggiungere i giovani, due erano ancora vivi, mentre uno era deceduto per sfinimento.
Il salvataggio fu reso estremamente difficile dalla pioggia, dalla bufera e dalla neve e i soccorritori di Kranjska Gora dovettero ricorrere all’aiuto della squadra di soccorso di Jesenica. Nel frattempo, un quarto scalatore morì per sfinimento e l’ultimo, Jože Uršič,  durante il salvataggio.

Tutte e cinque le vittime avevano tra i 21 e i 25 anni. Fonte