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17 Gennaio 2024

Alpinismo e Spedizioni · Vertical · Resto del Mondo

Contestata la salita nepalese del Chhopa Bamare

I nepalesi con lo striscione che rivendica la prima ascensione del Chhopa Bamare, a destra Nima Gyalzen Sherpa. ©Himalayan Times/Himalayan Shepherd

Il team di Dolma Outdoor e Himalayan Shepherd potrebbe non aver raggiunto la vetta

Due settimane fa, abbiamo pubblicato la notizia di una prima nepalese sui 6.109 metri del Chhopa Bamare, nel Rolwaling. Nell’articolo abbiamo citato  lo statunitense John Kelley e il francese Benjamin Billet i primi a scalare la vetta il 28 febbraio 2019 attraverso la cresta sud-est.

Recentemente, le due agenzie nepalesi Himalayan Shepherd e Dolma Outdoor, (gestite rispettivamente dai fratelli Nima Gyalzen e Pemba Dorje Sherpa), hanno rivendicato la prima scalata “ufficiale” e, rispondendo per iscritto alle domande di ExplorersWeb, hanno affermato che la vetta è ancora indicata come inviolata sul sito web Nepal Himal Peak Profile, gestito dai funzionari del turismo nepalese.

Dati inaffidabili

ExWeb sostiene che il sito Nepal Himal Peak Profile contenga molti dati obsoleti e alcuni inesatti. “Per questo motivo, gli alpinisti lo usano raramente come riferimento”, spiega la testata statunitense.

I nepalesi hanno raggiunto la vertice il 29 dicembre 2023. Il quotidiano nepalese The Himalayan Times, ne ha data notizia il 2 gennaio. Cinque i membri della spedizione: Nima Gyalzen Sherpa  (leader), suo fratello Phurba Thiley Sherpa, Lila Bahadur Basnet, Lakpa Gelji Sherpa e Bhabindra Khadka.

Accuse ingiuste a Kelley e Billet

Secondo quanto riportato da ExWeb, in quei giorni John Kelley stava scalando nel Nepal occidentale e ha appreso della salita nepalese appena giunto in un’area dotata di connessione Wi-Fi. Sembra che Kelley e Billet siano stati accusati, all’interno del Paese, di aver effettuato la scalata del 2019 senza permesso.

“Non è assolutamente così”, ha dichiarato sconvolto Kelley a ExWeb dal villaggio di Makarigod. “È stata una scalata autorizzata, ufficiale e legale al 100%, per la quale abbiamo pagato 3.000 dollari”.

Gli scalatori hanno fornito le prove, tra cui una foto che li ritrae con il permesso rilasciato nel mese di febbraio 2019, accanto dell’allora direttore del Turismo del Nepal.

“Se i nepalesi affermano che la loro è una prima ascensione [assoluta],  evidentemente non hanno fatto alcuna ricerca prima”, ha affermato Benjamin Billet.

In merito alla foto di vetta dei nepalesi, Kelley e Billet affermano: “Non è la cima del Chhopa Bamare

Nima Gyalzen ritratto sulla cima presunta del Chhopa Bamare. ©Himalayan Shepherd/Dolma Outdoor

Kelley e Billet sono rimasti sbalorditi anche quando hanno visto le foto e il video di vetta  divulgati da Himalayan Shepherd. “Non riconosco quel luogo, ma non è la cima del Chhopa Bamare”, ha dichiarato Billet a ExWeb.  “Questa foto non è assolutamente la cima del Chhopa Bamare“, ha concordato Kelley.

La cima del Chhopa Bamare, spiegano Billet e Kelley, è rocciosa. “Siamo saliti nel 2019, un anno molto nevoso, tuttavia la cima era roccia nuda – ha spiegato Kelly – Quest’inverno sono stato in Nepal e non ha nevicato una sola volta, quindi non è possibile che in cima ci fosse la neve, come mostrato nelle immagini”.

“C’era un altro punto,  in cima alla parete sud,  coperto di ghiaccio,  ripido e appuntito”, ha ricordato Kelley. “Non sicuri di quale fosse il vertice, li abbiamo raggiunti entrambi per non sbagliare, anche se le coordinate GPS indicavano la vetta come quella rocciosa”.

The Himalayan Data Base conferma la scalata di Billet e Kelly, effettuata nell’inverno 2018-2019.

La vista dalla cima del Chhopa Bamare

Per quanto riguarda i riferimenti geografici, il Chhopa Bamare si trova di fronte al Gaurishankar, una vetta di 7.134 metri, dalla forma inconfondibile. L’agenzia nepalese ha riferito che da lassù si possono vedere l’Everest, il Lhotse e il Cho Oyu.

Billet ha riferito di non essere sicuro che l’Everest sia visibile dal vertice, ma  il Gaurishankar  spicca in mezzo a un mare di cime e dietro c’è il Tibet.

Contattata da ExplorersWeb, l’agenzia Himalayan Shepherd ha confermato che le immagini e i video sono quelli di vetta. L’hanno scalata con i clienti e hanno fissato le corde in alcuni punti.

Kelley e Billet hanno avanzato un ulteriore dubbio: loro non conoscono  una via semplice per salire in vetta. “Ho sentito dire che la parete est potrebbe essere più facile, ma non ci sono mai stato”, ha detto Billet.

I nepalesi hanno detto di aver scalato il versante sud della montagna. Kelley e Billet hanno salito in stile alpino la parete sud-est e la cresta sud-ovest in quattro giorni.

Linea (in verde) della via seguita da Kelley e Billet nel 2019 sul Chhopa Bamare. Foto: Benjamin Billet

Il parere di Himalayan Shepherd

ExWeb ha contattato un portavoce di  Himalayan Shepherd, ma senza ottenere una spiegazioni soddisfacente, anche se pare che  l’agenzia  abbia ammesso di non essere certa che quella da loro effettuata sia la prima assoluta. “Con il governo locale volevamo solo scalare una buona via e promuovere la montagna… – ha dichiarato l’agenzia – Non avremmo mai fatto nulla di sbagliato”.

ExWeb afferma di aver chiesto ai nepalesi un resoconto dettagliato ed eventuali certificazioni ufficiali ottenute.

“Tra pochi giorni mi recherò al Ministero del Turismo per  la spedizione che ho appena chiuso senza successo e porterò assolutamente la questione alla loro attenzione”, ha riferito Kelley a ExWeb.

Precedenti contestazioni

Non è la prima volta che le salite rivendicate da Nima Gyalzen e Pemba Dorje vengono contestate.

Nima Gyalzen fece da guida alla taiwanese Grace Tseng nel suo progetto sui 14×8.000. Scalò con lei il Kangchenjunga e fu dimostrato che il team non raggiunse la vetta principale. Sempre con Tseng, Nima effettuò un’altra scalata molto dubbiosa, la salita del Manaslu, in condizioni di elevato rischio valanghe, quando tutte le altre spedizioni avevano già abbandonato la montagna. L’affermazione del team secondo cui Grace Tseng arrivò in vetta senza O2 supplementare in sole 13 ore, fu infatti molto contestata.

Pemba Dorje rivendicò un record di velocità sull’Everest nel 2004, poi annullato dalla Corte Suprema del Nepal, dal Ministero della Cultura, del Turismo e dell’Aviazione Civile e dal Guinness World Records.