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2 Giugno 2015

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“Il vento fa il suo giro”

Questa sera ho parlato a una micro conferenza sulla storia dell’Alpinismo.
I ragazzi erano molto interessati e al termine abbiamo spaziato sugli approcci all’arrampicata.

Questa notte ho mangiato cena alle solite ore improbe. Ho letto i ringraziamenti di due amici per una meritata prefazione che ho scritto loro per un libro nuovo e mi son dedicato ad analisi e calcoli. Niente mi ha esonerato dal bucato a mano e dal successivo stendere.

Sono incappato nella mia prima scultura lignea… quasi inciampato oso dire. Era solo un giochino, che feci molti anni fa, allora senza alcuna nozione. Era un regalo per una persona importantissima. Un “per sempre”.

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Mi risuona alle orecchie il dibattito sull’arrampicata di sta sera. Se ci penso non vi è alcun senso in ciò che ora si insegna… Una persona s’iscrive a un corso e impara qualche termine, qualche morfologia, qualche nodo e viene messa in parete appesa a una corda. Non ha il minimo senso… Sarebbe come voler prendere la patente, imparando a montare un motore, ma senza aver mai guidato.

Nei corsi che propongo curo prima di tutto la cultura delle scalate e dell’armonia del gesto, do una terminologia comune, utile a pulire dai concetti inutili e poi porto gli allievi a imparare. Insegno loro ogni movimento standard, prendendo spunto dal metodo dell’amico Paolo Caruso, e poi evolvo il tutto con esercizi e schematismi.

La prima cosa che gli allievi sanno di dover fare in palestra è cambiarsi le scarpe e mettersi a correre per iniziare il riscaldamento. Insegno mobilità articolare, neurodinamica, propriocezione, stretching, controllo e coordinazione, equilibrio e teorie relative applicate, controllo respirazione e chi, conduzione dell’allenamento, stretching mnemonico.

Usiamo spalliere, linee, blocchi di legno, bastoni al volteggio e molti altri utensili. Alcuni iniziano i corsi dicendo che “sono legati” e io spiego loro che non esiste quest’affermazione. Chiunque può fare la spaccata, anzi… deve! Basta allenarsi, sapendo come fare, ed evitando posizioni pigre e statiche da decenni. Altri mi dicono che non saranno mai in grado di fare strapiombi… come affermò Monica, sei lezioni fa…

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Le ultime parole famose…

Basta instradare i ragazzi… insegnare loro l’armonia del movimento e dopo, assolutamente solo dopo, portarli a scalare e da secondi. Così che possano trasformare in roccia i movimenti e al termine di questo insegnargli a fare sicura e a cadere, con prove su prove e alla fine, dargli una corda in mano e relativa spiegazione. Solo alla fine.

Poi questa sera ho visto la scultura, se così voglio chiamare quel pezzo di legno semidistrutto e buttato a caso per terra, ricordandomi le parole di chi lo ricevette. Ci sono poche cose che hanno un senso…

Christian Roccati
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