E’ la prima volta che la guida boliviana si misura con le grandi montagne del Nepal
Hugo Ayaviri, alpinista, guida e soccorritore boliviano, è in Nepal per tentare la doppietta Everest (8. 848 m)-Lhotse (8.516m), senza l’ausilio di ossigeno supplementare. In caso di successo, diverrebbe il primo boliviano ad aver scalato l’Everest senza ossigeno supplementare e il primo boliviano a vincere il Lhotse.
Se riuscirà a conquistare la prima e la quarta montagna più alte del mondo, in un’unica spinta (senza scendere al campo base), senza ossigeno supplementare, Hugo sarà esattamente a metà strada per completare i 14 Ottomila. Dopo Everest e Lhotse, gli mancheranno, infatti, ancora Kanchenjunga (8.586 m), Cho Oyu (8.201 m), Manaslu (8.156 m), Sisha Pangma (8.103 m) e Makalu (8.481 m), Dhaulaguiri (8.167 m) e Annapurna (8.091 m).
Nell’estate 2021, durante la sua prima spedizione sulle grandi montagne asiatiche, Ayaviri concatenò, in dieci giorni, le vette di Broad Peak (8.051 m) e K2 (8.611 m) senza utilizzare ossigeno supplementare, insieme al belga Niels Jespers. Aiutò, inoltre, Sajid Sadpara a spostare e a seppellire vicino a Campo 4, il corpo del padre, la leggenda pakistana Ali Sadpara, morto sul K2 durante il tentativo invernale 2020-2021. Nell’estate di due anni dopo, condivise con Sajid la vetta del Nanga Parbat (8.126 m). In quella stessa stagione, si trasferì poi nel Baltoro per scalare il Gasherbrum II (8.035 m) e il Gasherbrum I (8.080 m).
Cinque le doppiette Everest-Lhotse senza O2 supplementare
Secondo l’Himalayan Database, solo cinque persone sono riuscite a completare la doppietta Everest e Lhotse senza l’ausilio di ossigeno supplementare.
Il primo, fu il cecoslovacco Jozef Just nel 1988. In vetta al Lhotse il 28 settembre, Just raggiunse in solitaria la vetta dell’Everest il 17 ottobre dopo un’incredibile epopea. Troverà la morte durante la discesa insieme ai suoi tre compagni.
Fu poi il formidabile kazako Anatoli Boukreev a ripetere l’impresa durante la famosa e tragica stagione dell’Everest del 1996 durante la quale morirono otto alpinisti. Giunto in vetta all’Everest il 10 maggio, il kazako proseguì con il Lhotse raggiungendo il vertice il 17 maggio, una settimana dopo la tragedia.
Quindici anni dopo, nella primavera 2011, l’iraniano Mahdi Amidi Ahang scalò l’Everest il 13 maggio 2011 e il Lhotse otto giorni dopo, sempre senza ossigeno supplementare.
Il quarto a completare la doppietta fu il cileno Juan-Pablo Mohr nel 2019, due anni prima della sua scomparsa sul K2. Il cileno salì il Lhotse (16 maggio) con Sergi Mingote, partecipò al salvataggio di Nastia Runova e Ivan Tomov, per poi riprendere la scalata verso la vetta dell’Everest, che raggiunse il 23 maggio.
L’ultimo, nella primavera 2022, è stato il nepalese Nirmal Purja, con un’impresa impressionante. Purja ha raggiunto le vette di Everest e Lhotse senza ossigeno supplementare, in un’unica spinta. Il 15 maggio è salito sul ‘tetto del mondo’ e il giorno successivo, il 16 maggio, ha scalato il Lhotse. Non contento, pochi giorni dopo, è ritornato nuovamente in vetta all’Everest (27 maggio) e al Lhotse (28 maggio).