La causa esatta della morte di Banshi Lal Netam, soccorso sulla montagna e trasportato in ospedale a Kathmandu, non è ancora nota
Un cittadino indiano ha perso la vita nel tentativo di scalare l’Everest. Banshi Lal Netam, noto per aver percorso 6.000 chilometri in bicicletta in 16 giorni lungo il “Quadrilatero d’Oro” indiano, è deceduto all’ospedale HAMS di Kathmandu il 27 maggio dove era sottoposto a cure. Lo rende noto Rakesh Gurung, capo della sezione alpinismo presso il Dipartimento del turismo del Nepal. La causa esatta della morte di Lal non è ancora nota.
Lal è stato soccorso sulle pendici dell’Everest e trasportato in aereo a Kathmandu il 21 maggio. A Everest Chronicle, Pemba Sherpa, direttore di 8K Expeditions (agenzia che gestiva la spedizione), ha dichiarato che lo scalatore indiano presentava sintomi di mal acuto di montagna.
Salgono dunque a cinque le vittime accertate in questa stagione – Binod Babu Bastakoti (Nepal), Usukhjargal Tsedendamba e Purevsuren Lkhagvajav (Mongolia), Joshua Cheruiyot Kirui (Kenya) – mentre tre alpinisti risultano ancora dispersi. Si tratta del cittadino britannico Daniel Paul Paterson, 40 anni, e i nepalesi Pas Tenji Sherpa, 23 anni, e Nawang Sherpa, 44 anni.
Un altro scalatore, il rumeno Gabriel Viorel Tabara, 48 anni, è morto al Campo III mentre tentava il Lhotse, montagna che condivide la via di salita con l’Everest.
Almeno 570 alpinisti (stranieri e locali) hanno scalato l’Everest dal versante Sud in questa stagione, secondo un comunicato del Dipartimento del Turismo del Nepal (DoT) del 24 maggio. Successivamente, altri team hanno raggiunto il vertice, pertanto il numero è cresciuto.
Questa primavera, il DoT ha concesso 421 permessi di scalata ad alpinisti stranieri per il versante Sud dell’Everest (dato al 22 maggio).