L’obiettivo della squadra è raggiungere i 7900-7950 metri di altitudine sulla cresta Est
Una squadra russa formata da Andrei Vasiliev, Vitaly Shipilov, Kirill Eiseman e Sergei Kondrashkin è impegnata in Himalaya dal mese di settembre con l’obiettivo di scalare il Cho Oyu (8.201 m) dal versante nepalese, noto per le sue ripide e difficili pareti verticali, alte migliaia di metri.
“Questa volta abbiamo scelto la via lungo la cresta Est – ha confermato Vasiliev all’associazione alpinistica russa – L’unica salita riuscita lungo questa via è stata effettuata dalla squadra nazionale russa nel 1991. La principale difficoltà tecnica della cresta è rappresentata da una cavità a circa 8000 metri di altezza. Si tratta di un salto ripido e roccioso seguito da un traverso dal versante tibetano.”
Ricordiamo che lo scorso anno il team di Vasiliev aveva tentato, senza successo, la cresta Sud Ovest (SSW) della montagna.
La spedizione si muove in stile alpino.
I russi hanno allestito il loro Campo Base a Dole-Gokyo, a quota 4.770 metri e il Campo Base Avanzato a 5.300 metri. I primi di ottobre hanno allestito il Campo 1 (6100 m) e successivamente il Campo 2 (7.050 m). Il 7 ottobre sono scesi al Campo Base Avanzato e il giorno dopo sono rientrati nel villaggio di Gokyo per recuperare le forze.
“È arrivato l’autunno e sono iniziati i venti. Abbiamo capito gli svantaggi della stagione autunnale – ha commentato Vasiliev – Ma le precipitazioni sono state scarse e il pericolo di valanghe basso”.
In corso la terza uscita in quota: team a 6.200 metri
Il team ha nuovamento ripreso l’attività il 13 ottobre, giorno di partenza dal Campo Base per la terza uscita in quota.
“L’obiettivo è raggiungere la cresta principale (Est), a 7900-7950 metri – ha affermato Vasiliev prima della partenza – La vetta sembra a due passi da qui, ma non è così. La cresta è lunga e c’è del lavoro tecnico da fare. In caso di attacco al vertice, dobbiamo essere pronti a trascorrere 3 notti a questa altezza. La meta è ancora molto lontana…”
Ieri 14 ottobre, un ultimo aggiornamento da Andrei Vasiliev:
“Siamo saliti a 6200 metri. Lungo la via si sono aperti dei crepacci. Tutto ok”.