L’Unione Internazionale delle Associazioni Alpinistiche interviene nel dibattito sull’uso pianificato del gas nobile xeno
Lukas Furtenbach in disaccordo con il presidente della Commissione medica dell’UIAA
Anche l’UIAA – Unione Internazionale delle Associazioni di Alpinistiche si è espressa in merito all’impiego del gas nobile xeno (o xenon) nell’alpinismo d’alta quota. “Secondo l’attuale letteratura [scientifica], non ci sono prove che l’inalazione di xeno migliori le prestazioni in montagna e un uso improprio può essere pericoloso”, si legge in una dichiarazione ufficiale della commissione medica dell’UIAA.
Completamente in disaccordo, l’alpinista e guida Lukas Furtenbach, titolare dell’agenzia Furtenbach Adventures, che prevede di utilizzarlo prossimamente sull’Everest per acclimatarsi e ridurre così a una settimana la durata della spedizione.
Lukas, che risponde all’UIAA attraverso il blog di Stefan Nestler, definisce l’affermazione dell’UIAA “non scientifica, piena di errori metodologici e sostanziali, di interpretazioni errate e di insinuazioni malevole”. Secondo Furtenbach “è falso che lo xeno non abbia alcun effetto sull’eritropoiesi [la formazione dei globuli rossi] e sulle prestazioni. Significherebbe che dovrebbe essere immediatamente rimosso dall’elenco dell’Agenzia mondiale antidoping WADA o non avrebbe mai dovuto essere incluso nella lista”.
Furtenbach, sostiene che la dichiarazione riflette “solo l’opinione personale di Urs Hefti” che ha uno stretto rapporto d’affari con un concorrente e che gli ha anche confermato per iscritto che la dichiarazione è la sua opinione personale.
Il dottor Hefti, ortopedico e medico sportivo svizzero, è il presidente della commissione UIAA composta da 19 membri.
Furtenbach: “Dose raccomandata?”
Secondo la dichiarazione della commissione, lo xeno è un gas anestetico e quindi un farmaco con relativi effetti collaterali avversi e rischi per la salute: “In un ambiente non monitorato, potrebbe compromettere le funzioni cerebrali, la respirazione e portare persino alla morte. In uno studio è stata osservata una significativa sedazione nelle persone che ne fanno uso alle dosi raccomandate per l’alpinismo. Anche una leggera sedazione è dannosa nell’ambiente potenzialmente pericoloso dell’alpinismo ad alta quota”.
Furtenbach è sorpreso.“Chi avrebbe dovuto fare questa raccomandazione?”, si domanda l’austriaco, aggiungendo che “probabilmente siamo gli unici ad avere una base di dati e un’esperienza di diversi anni di ricerca sull’uso dello xeno per l’acclimatazione”.
Inoltre, né lui né il suo consulente medico, l’anestesista dott. Michael Fries hanno rivelato l’esatto rapporto della miscela xeno e ossigeno utilizzato. Furtenbach afferma che il trattamento viene effettuato molto prima dell’esposizione all’altitudine, quindi al momento dell’esposizione, lo xeno non è più rilevabile nell’organismo. “Ovviamente la commissione medica dell’UIAA non ha nemmeno compreso l’applicazione base “, afferma Furtenbach, che ribadisce che ne Hefti, ne altri della commissione hanno mai contattò lui o il dr. Fries per saperne di più.
UIAA: “Lo xeno dovrebbe essere riservato alla sala operatoria”
UIAA prosegue affermando, nella sua dichiarazione, che l’acclimatamento è un processo estremamente complesso: “Poiché i cambiamenti fisiologici richiedono giorni o settimane per influenzare l’organismo, da un punto di vista fisiologico un singolo farmaco somministrato una tantum non può essere la chiave per una migliore acclimatazione o un miglioramento delle prestazioni. Per quanto riguarda l’eritropoietina [EPO], la sostanza bersaglio dello xeno, sono necessarie settimane affinché i globuli rossi si moltiplichino, quindi è improbabile che la sua somministrazione poco prima della scalata faccia la differenza in termini di emoglobina, ematocrito o prestazioni”.
La conclusione dei medici dell’UIAA: “Lo xeno è raramente utilizzato in medicina e non è approvato in tutti i paesi. Il suo utilizzo dovrebbe essere riservato alla sala operatoria e all’anestesia da parte di specialisti adeguatamente formati. Da un punto di vista medico, l’uso off-label senza una base scientifica e con rischi per la salute sconosciuti deve essere respinto.”