Flora Tabanelli è nata a Bologna ed è cresciuta sciisticamente sull’Appennino Tosco-Emiliano, nell’area del comprensorio di Corno alle Scale – e sì, questo dovrebbe ricordarvi qualche cosa. Flora ha una sorella e un fratello maggiore, che prima di lei si sono trasferiti allo Ski College in Val di Fassa per studiare e allenarsi. Suo fratello Miro, due anni più grande di lei, è stato il primo italiano a vincere una competizione di Big Air in Coppa del Mondo, e lo scorso gennaio ha vinto nella stessa disciplina agli X-Games in contemporanea a Flora.

Le discipline del freestyle sono tre, uguali per lo sci e lo snowboard: Slopstyle, Big Air e Half Pipe. Lo Slopstyle si svolge su un pendio con salti e ostacoli (ad esempio dei tubi) su cui gli atleti svolgono un programma di evoluzioni. Il Big Air è una gara di salti, in cui vengono raggiunte altezze oltre i 20 metri e durante i quali gli atleti eseguono rotazioni spettacolari e quasi incomprensibili ai non addetti ai lavori. Questa è la disciplina più spettacolare, con gare anche di sera e in contesti urbani. Infine, l’Half-Pipe è una gara di evoluzioni lungo un gigantesco “mezzo-tubo” di neve. In tutte e tre le discipline la vittoria dipende dai voti di una giuria che valuta gli atleti in base a parametri di stile della esecuzione.

Nella passata stagione Flora Tabanelli aveva già mostrato cose molto più che promettenti. Seconda italiana di sempre a salire su un podio di Coppa del Mondo (la prima era stata Silvia Bertagna nel 2016, ndr) e vittoria nel Big Air al Mondiale Juniores. Ma questo era solo l’antipasto per la stagione 2024/25, in cui la lista di successi è stata notevole. Oro nel Mondiale Juniores, sempre nel Big Air. Due vittorie in Coppa del Mondo nel Big Air. Prima italiana di sempre a vincere una tappa di Coppa del Mondo nello Slopestyle. Vittoria della Coppa del Mondo generale femminile di Freestyle, nella quale vengono sommati i punti ottenuti nelle tre discipline (anche se Flora non gareggia nell’Half-Pipe, ndr). E poi il “triplete” nel Big Air: X-Games, Coppa del Mondo e Mondiali.

Cominciamo dall’attualità. È stata una stagione fantastica, la lista di successi è pazzesca. Ma su tutto a mio parere c’è questo triplete nel Big Air: X- Games, Coppa del Mondo e Mondiali. Hanno tutti e tre lo stesso sapore o ce n’è uno che ti da più gusto?
​Sono state tutte e tre importanti. Ma dovessi sceglierne una è quella agli X-Games. Per il nostro sport e per la comunità del freestyle sono veramente un grande evento, forse il più importante. Per me era già un’avventura arrivare in Colorado e un traguardo solo partecipare. Io sono andata col solo obiettivo di dare il mio meglio, per cui vincerli è stata una sorpresa. Anche se in realtà sono state tutte delle sorprese, è stato il bello di tutte e tre queste competizioni.

Facciamo un passo indietro. Sei nata a Bologna ma ora vivi in Val di Fassa. Cosa è successo in mezzo?
​I miei genitori gestiscono un rifugio in altitudine sull’Appennino, a Corno alle Scale (il Duca degli Abruzzi a 1787 metri di altitudine, ndr). Loro sono sciatori, mia sorella, mio fratello ed io siamo cresciuti lì, e abbiamo messo gli sci da molto piccoli. Il rifugio è proprio sopra un comprensorio sciistico, per è sempre stato qualcosa che fatto parte della nostra vita. Io facevo snowboard cross, e anche mio fratello Miro faceva snowboard, ma di base aveva sempre sciato e gli è sempre piaciuto fare salti, anche se non aveva mai provato agonisticamente. Lui ha iniziato a fare freestyle in prima superiore, perciò ogni tanto mi portava con lui a fare qualche salto. Era una cosa per divertimento, ci siamo anche costruiti un salto fuori casa per provare delle acrobazie e lui mi portava a provare qualcosa.

E quando è diventata una cosa agonistica?
​Col trasferimento allo Ski College in Val di Fassa. La prima è stata mia sorella maggiore, che voleva fare il liceo artistico e continuare con lo sci. Poi è stato il turno di Miro e alla fine anche io sono andata allo Ski College, sempre al liceo artistico. Lì a 13 anni ho iniziato a fare il circuito nazionale e poi di seguito sono arrivate tutte le altre gare.

Durante una gara di Big Air o di Slopestyle è tutto pianificato o c’è un elemento di improvvisazione?
​È tutto pianificato perché so già quello che farò. Nello Slopestyle, durante il training prima della gara puoi provare le strutture e ovviamente devi mettere assieme le mosse che eseguirai. Però può capitare che se sbagli una struttura e invece di atterrare forward (in avanti, ndr) atterri in switch, quindi all’indietro, poi devi modificare quello che farai nelle strutture successive. Quindi può capitare di improvvisare ed è una cosa che comunque i giudici valutano positivamente.

Quale salto è il tuo marchio di fabbrica, o quello che ti ha permesso di dominare nel Big Air?
​Direi il nuovo trick che ho imparato proprio a settembre, a inizio stagione. È il left double cork 1440. 1440 vuol dire che in aria faccio quattro rotazioni orizzontali. Nel mio caso left, cioè in senso antiorario, perché io preferisco ruotare a sinistra. Contemporaneamente però faccio anche due backflip, cioè due rotazioni all’indietro.

Per il freestyle usate materiali normali o sono specifici per la disciplina?
​Gli sci da freestyle si differenziano principalmente per la doppia punta, dato che facciamo trick sia partendo in avanti che all’indietro. Hanno la particolarità di essere più leggeri e flessibili. Anche gli scarponi sono più morbidi. I bastoncini li uso più corti del normale dato che personalmente mi trovo meglio così. lo sono già abbastanza bassa (160 cm, ndr), per cui uso i Cober Big Air Black da 90 centimetri. Inizialmente avevo cominciato senza bastoncini, poi con il tempo li ho utilizzati sempre di più. Ora sono obbligatori in Coppa del Mondo e alle Olimpiadi, questo mi sprona a usarli anche in allenamento!