Il canyoning è oggetto continuo di evoluzione; possiamo affermare senza ombra di dubbio che si tratti di una tra le discipline su corda che stanno avendo maggiore espansione in Europa ed in particolar modo in Italia.
Alle porte del nuovo raduno internazionale di torrentismo, che si svolgerà tra il 7 ed il 14 agosto tra Piemonte e Valle d’Aosta, continuano a fiorire novità.
Mountain Blog si è già occupato dell’incontro tanto atteso e ciononostante c’è sempre qualche cosa da dire!
Per avere più chiare informazioni abbiamo incontrato Daniele Geuna, classe 1969, speleologo e torrentista da parecchi anni; uomo attento alle novità grazie alle sue opere sul campo e per via letteraria. Daniele infatti oltre ad essere l’autore di “Canyoning nelle Alpi Occidentali” per Versante Sud Edizioni, è anche un ricercatore fine d’itinerari nuovi. «Alle ripetizioni preferisco l’esplorazione di nuovi percorsi, la curiosità e una buona dose di fortuna mi ha portato a scendere fiumi a spasso per l’Europa e in Canada».
Ciò di cui vogliamo occuparci è la specifica evoluzione dei torrenti Passeur e Comboé, che da canyon esplorati si stanno trasformando in Pro Canyon. Si tratta dell’opera dei gruppi aderenti all’AIC, (Associazione Italiana Canyoning), per una riqualificazione dei percorsi migliori in chiave standardizzata, con ancoraggi sicuri e non invasivi per l’ambiente, nel totale rispetto della natura.
Perché sono stati chiodati come Pro Canyon il Passeur ed il Comboé?
Sono entrambi torrenti peculiari. Il Passeur è un canyon alpino racchiuso tra imponenti pareti di granito che ti libera dalla sensazione di “in trappola” solo con una calata nel vuoto di 63 metri. (Era la più lunga calata nel vuoto della valle Orco fino ad un mese qua, quando abbiamo esplorato il Rio della Pissa che vanta una calata di 120 m in tiro unico).
Il torrente Comboé racchiude una buona parte delle caratteristiche dei torrenti della sua zona: lungo, con molta acqua, severo. Un posto che nasconde angoli bellissimi, ma per raggiungerli “non si scherza”!
Quando?
2009 per il Passeur e 2010 per il Comboé
Quando saranno finiti?
Il Passeur è completo, è stato necessario ritracciare il sentiero di uscita dalla C63 perchè lo scorso inverno le slavine hanno cambiato i connotati a quel tratto di bosco.
Manca ancora qualche sosta nel Comboé perchè è veramente difficile trovarlo in condizione di percorribilità e quest’anno ancora non è capitato.
Chi ha aperto uno e l’altro?
I soci della C.C.C.P. (Compagnia Canyoning CAI Pinerolo n.d.i.) e di Piemonte Canyoning, come quasi tutto ciò che c’è in valle Orco e qualcosina in valle d’Aosta, dove le guide alpine si sono sbizzarrite un po’ di più.
Quando li hai scesi la prima volta e quante volte?
Il Passeur 3 anni fa con una moltitudine di compagni e compagne di Pinerolo e Piemontesi vari, l’esplorazione più numerosa della storia penso!
Il Comboé in compagnia di Matteo Rivadossi, Andrea Mantovani, Marco Foretier, (la sezione aostana di Piemonte Canyoning), Dino, Maria Panzani, Adriana Massa, Julien Granero, mio fratello Dario… ora che ci penso facciamo spesso squadroni numerosi!
Che cosa trova un torrentista in queste due discese?
Un bellissimo panorama alpino sulle placche granitiche della valle Orco, (le stesse che hanno visto passare “Il Nuovo Mattino”), ed un canyon racchiuso tra alte ed imponenti pareti; non manca occasione di alzare lo sguardo e trovare gli stambecchi che ti tengono d’occhio.
Ricordiamo che siamo all’interno del più vecchio Parco Naturale d’Italia. Grazie alla collaborazione di Bruno Camoletto e altri soci di Piemonte Canyoning è stato possibile ottenere il permesso dall’ente Parco di effettuare le discese all’interno delle forre racchiuse nei confini del Gran Paradiso (Eugio, Passeur e Noaschetta). Ci aspettiamo che tutti i torrentisti che effettueranno discese in tutti, in generale, ma in questi canyon in particolare, faranno il massimo per non disturbare o danneggiare la natura dei luoghi.
Il torrente Comboé è un altro carattere: è una forra alpina su un versante nord: meno sole e molta più acqua. …Proprio i livelli dell’acqua saranno da tenere d’occhio. Non ci sono scappatoie evidenti, sono discontinue le zone di sicurezza lungo il percorso e praticamente tutte le calate si effettuano in acqua. L’ambiente è molto bello tra alte pareti e sopra tutto una foresta di conifere a scurire ancora un po’ l’orizzonte: un’atmosfera molto “Sturm und Drang”. Non mancano belle forme di erosione e un simpatico sifone in una vasca sospesa. Quando penso a un canyon serio della Valle Aosta, l’associazione con questo canyon è immediata.
Cosa puoi dirci del Passeur?
Breve ma decisamente intenso
Cosa puoi dirci del Comboé?
Per molti, ma non per tutti
Quali saranno i prossimi canyon?
Stiamo studiando gli avvicinamenti ad altre 3 profonde incisioni in Valle Orco, (una la porteremo a casa prima del raduno, ma non potremmo proporla perchè riusciremo ad armarla solo per l’esplorazione. Se questi 3 percorsi manterranno le promesse, almeno uno potrà certamente aspirare al bollino Procanyon.
Intervista di Christian Roccati
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