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17 Aprile 2025

Ambiente e Territorio · Cultura · Ortovox · Events & Testimonial News

Ortovox presenta: Storios ‘d Rocho, il nuovo documentario di Pietro Bagnara ambientato in Valle Maira

Storios ‘d Rocho è il terzo episodio di Esperienze Occitane, il video progetto del Consorzio Turistico Valle Maira realizzato con il patrocinio del Club Alpino Italiano e il supporto di Ortovox. Diretto da Pietro Bagnara, il documentario sarà online per il pubblico a partire dal 18 aprile sul website esperienzeoccitane.it

La Valle Maira è un luogo speciale dove non è arrivato lo sviluppo turistico di massa. L’assenza di infrastrutture invasive, come gli impianti di risalita e le costruzioni tipiche delle grandi catene alberghiere, ha conservato e stimolato un modo di vivere la montagna autentico e naturalmente sostenibile. Quello che in una visione utilitaristica della montagna viene considerato come un mancato sviluppo, in questo caso ha protetto la valle restituendole oggi un vantaggio attrattivo per chi è alla ricerca di un territorio a bassa antropizzazione, lontano dal fenomeno dell’over tourism.

​Nel terzo episodio del video progetto Esperienze Occitane, il regista Pietro Bagnara ha puntato l’obiettivo sulle pareti di calcare e quarzite della valle, le cui vie di arrampicata non hanno conosciuto fenomeni di frequentazione di massa e possono essere scalate ancora oggi con lo stile dei primi apritori, preservate in uno stato quasi originario da un utilizzo attento delle richiodature a spit. Le “storie di roccia” della valle sono un libro aperto sulle fasi che ha attraversato l’arrampicata: dalle vie classiche dei primi pionieri agli itinerari “clean” in stile californiano, fino alle vie più moderne a spit dove si privilegia la ricerca della difficoltà.

​Attraverso l’esperienza dei due giovani protagonisti Christian e Claudia, e l’incontro con alcuni dei grandi interpreti dell’arrampicata in Valle Maira – come Giovanni Giovannino Massari, Cesare Cege Ravaschietto, Maurizio Oviglia e Sergio Savio – il documentario rivela una dimensione dell’arrampicata culturale, personale e intima. Un’arrampicata che non è mai ridotta a gesto sportivo fine a se stesso, ma è dialogo, ricerca di un equilibrio prezioso tra prestazioni atletiche, ambiente naturale e scelte di vita. “Arrampicare in Valle Maira mi fa sentire sulla strada giusta”, dice Christian.

Il regista Pietro Bagnara, figlio del drammaturgo Mario Bagnara, ha iniziato ad arrampicare negli anni ’80. Insieme a Klaus Dell’Orto è fondatore dell‘etichetta OpenCircle con cui produce video legati soprattutto all’ambiente di montagna e alle attività outdoor estreme. I suoi film sono stati in selezione ufficiale a festival internazionali nei cinque continenti.

Cosa ti ha colpito di più della Valle Maira durante le riprese di Storios ‘d Rocho?
​Io sono nato a Genova e ho frequentato molto le valli del cuneese per arrampicare e ​ ​ fare trekking. Ma la Valle Maira mi mancava. Questo è uno dei motivi principali per cui ho subito accettato di fare questo documentario. Per me è stata una bellissima scoperta, perché è una valle molto integra, assolutamente non turistica, dove mi sembra che non gliene importi niente del turismo di massa ma puntino a un turismo consapevole e rispettoso del territorio. La Valle Maira è un ambiente incontaminato, bellissimo, assolutamente introvabile. Io ora vivo in Trentino, e qui non esistono più luoghi incontaminati come questo. Forse c’è qualcosa verso le Dolomiti Bellunesi, ma altrimenti è tutto più antropizzato ed è difficile trovare dei luoghi che ti permettono di stare in silenzio, di respirare. Sull’onda di queste emozioni, abbiamo costruito il documentario.

Qual è stata la difficoltà principale del progetto?
​È stato molto faticoso, perché a causa delle condizioni meteo abbiamo dovuto fare un po’ le corse. All’inizio pensavamo di riuscire a girare tutto in cinque giorni, ma già alla fine del secondo giorno le condizioni sono cambiate e siamo stati abbastanza funestati dal maltempo che cambiava velocemente durante le riprese. Tanto per capirci, nella stessa giornata abbiamo preso sole e neve, inclusa una nevicata quando siamo usciti in parete. Per cui abbiamo dovuto modificare tutta la scaletta e tornare più volte per le riprese. In totale sono stati sei, sette giorni di riprese, comprese le interviste ai diversi personaggi storici della Valle Maira, o persone che hanno avuto un significato importante per l’alpinismo locale.

Da quante persone era formata la troupe e come eravate attrezzati?
​Abbiamo adottato un assetto molto leggero che non fosse invasivo rispetto ai luoghi e allo spirito del documentario. Per le riprese, la direzione e la fotografia eravamo solo io e Klaus (Dell’Orto, ndr), ma questo non significa che sia stato facile. In particolare le riprese in parete, in cui dovevo bilanciare la qualità delle immagini, la sicurezza mia e della guida che mi accompagnava, e allo stesso tempo non essere invasivo rispetto all’esperienza di arrampicata dei protagonisti. La troupe era completata dallo staff dell’agenzia Jolie e dai due protagonisti Christian e Claudia, che sono un ragazzo e una ragazza che per coincidenza vengono dal Trentino, dove ora risiedo anche io. Per l’aspetto tecnico, è stato tutto abbastanza nella norma: camere Sony, droni. Poi erano tutti microfonati o quasi, per cui abbiamo tirato fuori dei buoni audio anche per questo motivo.

Quali pensi sia la cifra di questo corto?
​Dal punto di vista della regia è difficile rispondere. Nel senso che la storia si è evoluta man mano che andavamo avanti. Conoscendo sempre meglio i personaggi, ho cercato di indirizzare la storia soprattutto verso le loro emozioni, in particolare attraverso quelle del personaggio principale, che è Christian. Io di solito scrivo anche le sceneggiature dei documentari, ma in questo caso per la prima volta mi sono fatto un po’ da parte, lasciando spazio soprattutto a Giuseppe D’Alfonso dell’agenzia Jolie che ha ideato questo video progetto di cui Storios ‘d Rocho è il terzo episodio. Sicuramente uno dei temi è trovare la quadra giusta, bilanciare le interviste con quello che può accadere in un documentario, perché altrimenti si rischia di procedere per cliché.

Nel documentario c’è un personaggio che io trovato veramente affascinante: Sergio Savio. Cosa mi puoi raccontare su di lui dal punto di vista del regista?
​Lavorare con Sergio Savio è stato facilissimo perché è stato molto disponibile. Mi avevano un po’ messo in guardia e invece è stato collaborativo, alla mano, simpatico. Si è presentato con delle Crocs che si è risuolato da solo e mi ha spiegato che secondo lui per andare in montagna le Crocs risuolate in un certo modo sono migliori di qualsiasi altro scarpone. Sergio ha avuto da raccontare cose molto interessanti, che colpiscono. Ma se tu vedessi casa sua resteresti altrettanto colpito per la ricerca del bello. Mi ricordo questo flash di un muretto per arrampicare su cui si allena, con delle prese di legno intagliate da lui, una più bella dell’altra.

STORIOS ‘D ROCHO
​Protagonista: Christian Bernardi e Claudia Moser
​Regia e film making: Pietro Bagnara
​Con la partecipazione straordinaria di: Sergio Savio
​E con: Marco Bernini, Stefania Lovera, Giovanni “Giovannino” Massari, Maurizio Oviglia, Cesare “Cege” Ravaschietto
​Fotografia: Pietro Bagnara e Klaus Dell’Orto
​Seconda camera e riprese aeree: Klaus Dell’Orto
​Montaggio e correzione del colore: OpenCircle
​Suono: Diego Bergamini
​Editing super: Francesco D’Albenzio
​Autori: Gianfranco Bo e Giuseppe D’Alfonso
​Progetto: Consorzio Turistico Valle Maira
​Patrocinio: Club Alpino Italiano
​Con il supporto di: Ortovox
​Con il supporto tecnico di: Beal e Tecnica
​Ideazione e supervisione creativa: Jolie Advertising.

Photo Credits: Valle Maira / Esperienze Occitane.

INFO:
Esperienzeoccitane.it 
Ortovox

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