Erto e Casso (PN) celebra la continuità di vita con la quinta edizione del suo ormai noto “Simposio di scultura”, di cui vi abbiamo proposto video qualche settimana fa su Mountainblog.
Oggi pubblichiamo il programma definitivo, con gli ultimi aggiornamenti introdotti in questi giorni.
Il 14, 15 e 16 ottobre 2011, la via IX ottobre si riempie dei rumori e delle voci degli artisti che dedicano anche quest’anno la loro ispirazione alla continuità di vita dopo la tragedia del Vajont. Non soltanto il lavoro degli scultori, ma anche spettacoli teatrali, musicali e di intrattenimento regalano per tre giorni fascino e vitalità a tutto l’abitato di Erto, colpito dall’ondata del 9 ottobre 1963.
La scultura è una delle arti visive più concreta, plastica, viva. La scultura su legno, in particolare, rende ancora più vitali le cose, le creature, le metafore che vuole rappresentare. Un materiale animato, fisico, come il legno, pare respirare anche dai tronchi ormai tagliati e pronti a trasformarsi in opere d’arte.
Ed è proprio attraverso la scultura lignea che il paesino montano di Erto e Casso, accoccolato ai piedi delle Dolomiti friulane, da cinque anni vuole celebrare la continuità della sua vita dopo la drammatica vicenda del Vajont. Dal 2006, infatti, l’Ecomuseo Vajont di Erto organizza il Simposio di Scultura durante la seconda settimana di ottobre, dopo le commemorazioni del 9 ottobre, anniversario della tragedia avvenuta nel 1963.
Per tre giorni, artisti da tutta Italia si incontrano a Erto a lavorare con sgorbie e martello il legno, per trasformarlo in opere originali e ispirate, dedicate alla continuità di vita. Quest’anno, oltre ai quattordici scultori presenti, che da mattina a sera faranno risuonare i loro strumenti, le loro voci e le loro ispirazioni, sono previsti anche altri spettacoli e manifestazioni.
Venerdì 14 ottobre alle ore 21.00, presso il capannone della Pro Loco va in scena lo spettacolo teatrale “A perdifiato, ritratto in piedi di Tina Merlin”. Uno spettacolo recitato dall’attrice Patricia Zanco e diretto dalla regista Daniela Mattiuzzi, dell’associazione Fatebenesorelle Teatro, che ripercorre la vita, i ricordi e le imprese della giornalista Tina Merlin. Un ritratto a tutto tondo di questa donna coraggiosa e piena di ideali che non si ferma alla figura della giornalista del Vajont, una rappresentazione sensibile resa con passione dall’attrice Patricia Zanco, che sostiene con forza interpretativa una scenografia fatta di pochi oggetti, una sedia, zoccoli di legno, un cappotto militare, una bambola di pezza, simboli di continuità fra i fili intrecciati della storia di Tina.
Ancora una storia dedicata alla forza delle donne viene raccontata sabato 15 ottobre da Mauro Corona: alle ore 21.00 lo scrittore ertano narra la sua “Ballata della donna ertana” nel centro storico del paese, in quelle stesse stradine che lo hanno visto crescere.
Domenica 16 ottobre, a rallegrare l’attesa per la presentazione delle opere da parte degli scultori alle 17.00 e il brindisi finale, è il gruppo Felix & Govo duo, che nel pomeriggio intratterrà il pubblico con le canzoni più famose interpretate in versione acustica.
Domenica grande spazio è riservato anche ai bambini, con il laboratorio creativo “Y come albero” a cura dell’associazione culturale La Suìta, che parte alle 14.00. Un laboratorio pensato per i più piccoli che possono imparare a vedere le strutture degli esseri viventi a partire dall’osservazione degli alberi e della loro forma, per costruire con vari materiali diverse diramazioni a Y dei rami che verranno assemblate insieme per creare un enorme albero. Un’altra opera scultorea che, assieme alle sculture dei partecipanti al Simposio, andrà ad arricchire il patrimonio dell’Ecomuseo che da sei anni custodisce ed espone le sculture in legno, creando un’interessante mostra permanente sempre in evoluzione.
L’Ecomuseo d’ora in poi si prefigge un progetto profondo e importante: riuscire a raccogliere nei prossimi anni tante opere quante sono state le 218 vittime che il Vajont ha mietuto a Erto e Casso. Un modo significativo e duraturo per onorare la memoria delle persone che non ci sono più e per riflettere, una volta ancora, sulle responsabilità di questa tragedia che troppo spesso viene confusa con una catastrofe naturale. Perché, come ha scritto Voltaire, “Ai vivi si devono dei riguardi, ai morti si deve soltanto la verità”.
Info: www.ecomuseovajont.it
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