Ad Arco i pre-mondiali di arrampicata sono protagonisti con lo spettacolo… allo stato puro. Tre giorni con gare in continua successione, e sabato notte c’è stato l’epilogo delle gare lead.
“Ramonet, Ramonet” è stato il grido dei tanti appassionati ai piedi del Climbing Stadium di Arco (TN), quando lo spagnolo a notte fonda ha agganciato il suo moschettone in … cielo. Ramon Julian Puigblanque è il re di Rock Master per la quinta volta in sei anni, ed è record. Infatti nessuno come lui, al maschile, è stato mai così prolifico di vittorie nell’evento trentino, e va così a pareggiare il primato della Eiter.
“Vincere per la quinta volta qui è pazzesco, quasi non ci credo – ha detto Puigblanque poco dopo la gara. “Sapevo che non sarebbe stato facile e fin dalle qualifiche vedevo i miei avversari tutti determinati a fare bella figura. Sharma, Ondra, Amma e gli altri salivano alla grande. Da parte mia, però, ero molto motivato, anche dopo la vittoria di Chamonix in Coppa del Mondo che mi ha dato una grande carica.”
E ad ogni grande re corrisponde una grande regina, che quest’anno è stata la ventiduenne coreana Jain Kim, capace ieri di mettere in riga lo squadrone austriaco capeggiato da una certa Angela Eiter, appunto cinque volte vincitrice a Rock Master.
“Ero molto concentrata stasera e ho pensato solo a salire quanto più in alto possibile” – ha dichiarato la coreana – “Purtroppo non sono riuscita a centrare il ‘top’ anche in finale come avevo fatto nei turni precedenti, però ho vinto e questa è la cosa più importante.”
La gara femminile si sviluppava su una via morbida all’inizio che contava però diversi passaggi decisamente impegnativi. Sono prese che scottano quelle di una finale Rock Master, e la tensione si taglia con il coltello. La sedicenne austriaca Posch, quinta in partenza, sembrava tuttavia non percepire alcuna pressione ed è risalita in parete con facilità fino al penultimo moschettone dove, stremata, è stata costretta a mollare la presa. Dopo di lei è stata la volta della Eiter, la quale però non è stata in grado di fare meglio della giovane connazionale. Così la Posch ha cominciato ad annusare una vittoria che a sedici anni sarebbe stata semplicemente incredibile.
Ecco che, però, ha fatto il suo ingresso in parete Jain Kim, vincitrice dei Campionati Asiatici dello scorso anno, seconda in CdM 2009 e seconda nel ranking mondiale. La sua performance è stata elegante e decisa. La climber coreana ha danzato tra le prese ed è arrivata dove nessun’altra ha osato. Il gradino più alto del podio le è dovuto. In seconda e terza posizione hanno chiuso le austriache Posch ed Eiter.
Al maschile, la prova è cominciata con quattro vittime al primo “tetto”, tra cui anche il vincitore 2008 Usobiaga Lakunza. Si è iniziato a fare sul serio quando in gara è salito l’austriaco Jakob Schubert, classe 1990 e… classe da vendere. Schubert è salito altissimo e solo un’indecisione sotto l’ultimo volume lo ha costretto a mollare. Comprensibile dopo 40 movimenti e una moschettatura in orizzontale al limite dell’impossibile. Dopo Schubert è stata la volta del ceco Ondra, che però è apparso meno “in palla” rispetto alla semifinale e ha dovuto abbandonare ben prima di dove era arrivato l’austriaco.
Ultimo allo start era “Ramonet”, che ha condotto la sua prova con una tranquillità e una sicurezza disarmanti. Metro dopo metro, presa dopo presa, lo spagnolo si è ritrovato quasi al ‘top’ e il volo finale è stato a braccia tese verso il cielo, tra il boato del pubblico del Climbing Stadium. “Rock Master è sempre magico – ha detto ancora la spagnolo – Il pubblico qui è straordinario e si vive un’atmosfera che forse nessun’altra manifestazione può avere. Sono convinto che il mondiale del prossimo anno sarà un grandissimo evento.”
Poco prima della finale Lead, ieri sera, si è svolta anche l’inedita prova di Team Speed, una gara di velocità a squadre miste di tre componenti ognuna, che il prossimo anno entrerà ufficialmente nelle discipline da medaglia del Campionato del Mondo.
Lo scontro fra i titani della velocità, ovvero Russia e Cina, si è ripetuto nuovamente. Il terzetto Zhang-He-Zhong affrontava in finale l’armata russa composta da Sinitsyn, Alekseeva e Vaytsekhovsky, e lo spettacolo era ancora una volta servito al Climbing Stadium arcense. Per arrivare all’ultimo scontro, i due team avevano entrambi superato il turno dei quarti di finale, rispettivamente contro Polonia 2 e Russia 3, e si erano presentati in semifinale per affrontare il Venezuela di Lucelia Blanco – terza nella Speed individuale di venerdì – e la squadra di Russia 1 di Stanislav Kokorin, argento il venerdì.
La sfida Russia-Venezuela si è risolta fin troppo presto in favore dei russi, visto che il primo staffettista sudamericano, Josmar Nieves, ha mancato il pulsante dello stop al cronometro nella sua prima frazione, andando ad accumulare un distacco impossibile da ricucire. Dalla parte opposta del tabellone, Zhong e compagni si sono aggiudicati la manche senza spingere troppo sull’acceleratore, visti gli errori commessi da due frazionisti russi.
E così, i primi a scattare in finale sono stati il detentore della CdM Speed 2009 Synitsyn contro il cinese Zhang. Un primo scossone alla gara è arrivato da una scivolata del russo, che ha regalato subito un paio di secondi di vantaggio all’avversario. La partita poi si è chiusa definitivamente quando la Alekseeva ha mancato clamorosamente il pulsante dello stop e per rimanere in gara è dovuta risalire quattro prese per la seconda volta. Distacco eccessivo, che Zhong nell’ultima frazione ha gestito con tranquillità. “Senza dubbio interessante questa Team Speed – ha detto il cinese Zhang a fine gara. “Vale moltissimo il lavoro di squadra a differenza dell’individuale, dove sei tu da solo contro il tuo avversario. Nella Team Speed occorre avere tre frazionisti molto forti per riuscire a fare risultato. E il prossimo anno daremo il massimo per vincere la medaglia d’oro.” Nella finalina per il terzo posto, la compagine di Russia 1 ha avuto la meglio sul Venezuela. L’Italia era in gara con due formazioni, Italia 1 composta da Leonardo Gontero, Sara Morandi e Stefano Ghisolfi, e Italia 2 con Gianluca Sirotti, Jessica Morandi e Michel Sirotti. Mentre la seconda non è andata oltre le qualifiche, per Italia 1 la sconfitta è arrivata nei quarti contro Russia 1.
Classifiche Finali Lead
Uomini
1) Julian Puigblanque Ramón (ESP) 56-; 2) Schubert Jakob (AUT) 47+; 3) Ondra Adam (CZE) 39; 4) AMMA Sachi (JPN) 38; 5) Desgranges Romain (FRA) 20-; 6) Lachat Cédric (SUI) 20-; 7) Usobiaga Lakunza Patxi (ESP) 20-; 8 ) McColl Sean (CAN) 18-
Donne
1) Kim Jain (KOR) 49+; 2) Posch Katharina (AUT) 42.5+; 3) Eiter Angela (AUT) 42+; 4) Eyer Alexandra (SUI) 41; 5) Schranz Christine (AUT) 40+; 6) DUFRAISSE Alizée (FRA) 39 ; 7) Markovic Mina (SLO) 33+; 8 ) Ciavaldini Caroline (FRA) 28+
Classifiche Mixed Team Relay Speed
1) Cina (Zhang, He, Zhong) 25.19; 2) Russia 2 (Sinitsyn, Alekseeva, Vaytsekhovsky) fall; 3) Russia 1 (Abdrakhmanov, Levochkina, Kokorin) 27.34; 4) Venezuela (Nieves, Blanco, Escobar) 31.29; 5) Polonia 1 (Komosinski, Ropek, Swirk) 28.71
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