Dal 9 al 13 giugno scorsi in tre della redazione di Mountainblog – Andrea Bianchi, Francesca Gregori e Matteo Menapace – abbiamo partecipato ad un viaggio con Reinhold Messner alla scoperta dei cinque Messner Mountain Museum.
Nell’ultimo anno e mezzo avevamo avuto già avuto occasione di incontrare Messner più volte, da una prima visita a castel Firmiano (Bolzano) in occasione dell’inaugurazione di una mostra sul free solo, alle ultime due edizioni del TrentoFilmfestival.
Questo viaggio è stato però l’occasione per conoscere da vicino il progetto museale dei Messner Mountain Museum (MMM), oltre che di approfondire la personale visione della montagna di quest’uomo che ha contribuito a scrivere una parte importante dell’alpinismo mondiale.
Nei video realizzati durante il viaggio, vi proponiamo un’intervista di Andrea Bianchi divisa in tre parti in cui Messner presenta il progetto MMM, per toccare poi le diverse tematiche ad esso collegate, tra cui anche argomenti molto attuali quali l’attuale crisi economica e il ruolo che in essa può avere la cultura di montagna.
Particolarmente interessante , poi, per il carattere personale della visione dell’alpinismo che esprime, è la breve intervista di Francesca Gregori in cui Messner parla della sua personale storia alpinistica, interpretata secondo uno spirito di “libera anarchia” che trova nella wilderness himalayana un luogo senza regole in cui l’alpinista è messo direttamente a confronto con i limiti della vita e della morte.
Durante il viaggio abbiamo potuto visionare in anteprima il docufilm del regista Andreas Nickel sulla vita di Messner, che uscirà in lingua tedesca in Germania il 27 settembre prossimo, e in Austria e Sud Tirolo il giorno successivo: si tratta di un vero e proprio psicodramma, che intervallando immagini di repertorio a ricostruzioni di fiction ripercorre la carriera alpinistica di Messner alla luce delle sue origini familiari e dell’infanzia, indagando il rapporto con i genitori e con i fratelli; un film al quale lo stesso Messner ha collaborato direttamente e che forse per la prima volta tenta di spiegare la psicologia dell’alpinista e dell’uomo.
Le cinque sedi MMM che abbiamo visitato sono nell’ordine:
- castel Juval all’imbocco della Val Senales, dedicato al mito della montagna;
- il museo di Solda (1900 m) alle pendici dell’Ortles, che richiama nella sua struttura architettonica i crepacci di un ghiacciaio, essendo dedicato dedicato al “ghiaccio”, ed espone la più vasta collezione di dipinti con vedute dell’Ortles;
- castel Firmiano, con opere, quadri, cimeli e reperti naturali che raccontano lo stretto rapporto che unisce l’uomo alla montagna, l’orogenesi delle catene montuose, il legame tra montagna e religione, la maestosità delle vette più famose del mondo, la storia dell’alpinismo e l’odierno turismo alpino;
- l’MMM Dolomites, sul Monte Rite (2181 m) nel cuore delle Dolomiti, tra Pieve di Cadore e Cortina d’Ampezzo, allestito in un forte della Grande Guerra e dedicato all’elemento “roccia”, e alla storia dell’esplorazione e dell’alpinismo dolomitico;
- e infine l’ultimo nato di questo articolato mosaico: l’MMM Ripa, ospitato nel castello di Brunico in val Pusteria, dedicato ai popoli di montagna con un’esposizione che comprende opere ed oggetti d’uso quotidiano delle più importanti culture di montagna del mondo per offrire uno sguardo sui grandi temi che definiscono la vita di questi popoli, come natura, religione, tradizioni, cultura e turismo (“Ripa” significa “uomo di montagna” in lingua tibetana).
Vi lasciamo infine con una gallery di immagini scattate da Francesca Gregori per Mountainblog durante il viaggio.
Andrea Bianchi – Mountainblog
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