Ogni artigiano del legno o del ferro, ogni lavoratore del cuoio, della pietra o dell’argilla, ogni fine cesellatore di metalli preziosi, ogni sarto o tessitore della lana, della canapa o del lino, insomma ognuno dei mille espositori della “Fiera di Sant’Orso”, che quest’anno si terrà il 30 e 31 gennaio, nel creare i suoi pezzi da vendere o esporre, oltre a raccontare una parte di sé, descrive un popolo, un territorio, attraverso la scelta dei materiali e degli attrezzi e la ricerca storica dei soggetti da riproporre.
Sono proprio questi racconti, narrando la storia di ogni pezzo e svelando la vita e le intime emozioni di ogni artigiano, a comporre in singoli assoli quella colonna sonora di sottofondo che anima la fiera e che trova tra via Sant’Anselmo e via Porte pretoriane e nell’Atelier Arts et Métiers di Piazza Chanoux gli interpreti più virtuosi.
Certo, scoprire o carpire tali segreti non è impresa facile. Superata però la riservatezza tipica delle genti di montagna, tutto diventa più semplice e la visita tra i banchi diventa un vero e proprio viaggio nella valdostanità, nelle radici di un popolo che trova poi la sua espressione di festa e accoglienza nella veillà, la lunga notte bianca (tra il 30 e il 31 gennaio) tra le vie del centro storico, dove invisibili cantine si materializzano, aprendo le porte ai passanti per coinvolgerli in banchetti, canti e balli fino alle prime luci dell’alba, quando i manufatti torneranno a popolare i banchetti della Foire.
E per aiutare i turisti a scoprire i segreti che questo viaggio può riservare, la Valle d’Aosta ha creato la figura del “personal shopper”, una sorta di guida storico-turistico-artigianale incaricata di accompagnare gruppetti di sei persone lungo le vie del centro, alla scoperta degli artigiani-artisti che meglio interpretano gli interessi dei singoli visitatori.
Più che di un viaggio nella fiera, sarebbe infatti più corretto parlare di infiniti viaggi personalizzati. La ricerca può infatti partire dal prodotto trattato (sculture, giocattoli, attrezzi agricoli, arredi per la casa tessuti e lavorati a mano, sabots – i tipici zoccoli di legno – pantofole, borse…) o dal materiale utilizzato (legno, pietra, ferro battuto, vimini, lana, canapa), ma può diventare più raffinata se a questi per esempio si abbinano il soggetto che lo contraddistingue, l’epoca storica a cui fa riferimento, l’utilizzo o meno del colore, l’impiego di attrezzi tradizionali o moderni.
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