“Lo Shisha Pangma è la montagna che vorrei avvicinare, dal versante nord, lungo la via Ochoa… aggregandomi ad un gruppo internazionale fino al campo base e gestendomi in questo modo la salita da solo”
Questa la premessa del castelnovese Fabrizio Silvetti, 48 anni, ora al Campo 1 (6300 m) del Shisha Pangma (8027 metri), l’unico ottomila completamente in territorio tibetano che l’alpinista avrebbe deciso di scalare da solo, senza uso di ossigeno supplementare e senza il supporto di portatori d’alta quota.
“Il Tibet è un terreno accogliente che ti abbraccia con le sue dimensioni e la sua solitudine – racconta Fabrizio – è invitante, è un posto sospeso dove addentrarti appare come la cosa più normale tu possa fare”.
La spedizione alpinistica rientra nell’iniziativa di beneficienza “Tibet Project“, “un viaggio dall’Appennino Tosco Emiliano ai colori e alle atmosfere dell’altopiano del Tibet, che è anche solidarietà alla Buddhist Child Home, – scrive Fabrizio sul sito del progetto – una struttura che accoglie bambini orfani od abbandonati, e che vuole essere il completamento di una esperienza che permetta di vivere un viaggio infinito, nella sua profondità..”
Dall’ultimo aggiornamento di Fabrizio, pubblicato sulla pagina facebook del progetto:
“Se ripenso alla giornata di ieri nella quale sono salito a Campo 1 per montare la tenda e fare un minimo di deposito e per acclimatarmi, ho buone sensazioni. Il ghiacciaio e i due scivoli che portano al campo sono incastonati in questo Tibet, che accoglie e disarma. Nella notte in tenda a 6300m, in compagnia di qualche pinguino che voleva ripararsi con me, ho dormito, pensato, temuto, sperato, provato e riprovato, ascoltato, mi sono entusiasmato, ho avuto freddo, amato, pazientato, mi sono arrabbiato, finalmentre comunicato, ho fatto pipì, sognato, bevuto, respirato, ascoltato musica, mangiato una caramella, atteso, ricordato, immaginato, provato tenerezza (per i pinguini), riflettuto, sorriso. Tante cose per una sola notte …”
Info : www.tibetproject.it/
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