Il libro nero di Mountain Wilderness Italia su “Dolomiti Unesco”
Riceviamo da Luigi Casanova, portavoce di Mountain Wilderness Italia un comunicato che richiama il mondo politico delle province dolomitiche ad una coerenza nella gestione del patriomomio di Dolomiti UNESCO.
Pubblichiamo il documento integralmente qui di seguito.
Il Comunicato
Mountain Wilderness Italia sta raccogliendo materiale istituzionale e informativo che illustrerà un insieme preoccupante di incoerenze degli enti pubblici (le cinque provincie dolomitiche) nella gestione del territorio e del paesaggio inserito in Dolomiti UNESCO patrimonio dell’umanità.
Dopo la prima visita del Commissario UNESCO Graeme Worboys si poteva ritenere che le pubbliche amministrazioni avviassero iniziative concrete, ed in tempi rapidi, per una riconversione culturale e pratica della gestione di un territorio tanto pregiato. Non si tratta infatti solo di mantenere intonsi i territori (rocciosi e verticali in genere) che strutturano il cuore e l’area tampone oggetto della tutela internazionale, ma di investire in un progetto di forte coerenza che allarghi la tutela e l’attenzione conservativa a tutto il territorio montano delle Dolomiti.
Questo non sta avvenendo. Tutte le provincie e regioni interessate stanno approvando e sostenendo progetti che ledono l’integrità di zone ancora libere e insistono nel promuovere, con nuove infrastrutturazioni, l’ulteriore antropizzazione e il consumo di territorio e paesaggi dell’alta montagna.
Contraddizioni e incoerenze inaccettabili: o si decide che le Dolomiti sono un patrimonio naturale culturale nel loro complesso, che vanno conservate e anche ristrutturate in modo attivo per migliorarne la biodiversità complessiva, o si decide che siano, nel loro insieme, un banale marchio, un “brand” finalizzato all’investimento in un banale marchio turistico.
Alcuni esempi emblematici di quanto stia accadendo, purtroppo non isolati:
Trentino: Montagnoli e Serodoli;
il collegamento funiviario Moena – Passo di Costalunga;
Alto Adige: il collegamento funiviario e piste di sci Monte Elmo – Croda Rossa;
strada di Antersacs;
l’assalto al Latemar;
Belluno: Ripristino e recupero dell’are delle Tre Cime di Lavaredo
La devastazione dei corsi d’acqua con ilprliferare delle centrali idroelettriche;
il collegamento stradale ”leggero” Cadore-Comelico fino al confine con l’Austria, con traforo sotto il monte Cavallino che sbuca nel Lesachtal, Carinzia;
il prolungamento della A27 fino a Pieve di Cadore ( progetto mai abbandonato),
un inaccettabile e irreversibile impatto ambientale e paesaggistico in area UNESCO.
Costruiremo, su queste ed altre iniziative, una dettagliata documentazione che sarà portata a Parigi in tempi utili prima della nuova visita della Commissione che dovrà valutare l’efficacia e la coerenza dei piani di gestione di Dolomiti UNESCO. Come già evidenziato non si tratta solo di tutelare la parte di eccellenza e unicità del bene mondiale, ma di mantenere una coerenza forte nella conservazione e nella gestione del paesaggio, coerenza che nulla pregiudica in termini di diritti sociali ed economici delle popolazioni locali.
In tutte le sedi possibili Mountain Wilderness ha sostenuto la tutela attiva dei beni naturali e della biodiversità. Progetti che vengono soffocati da tempi di valutazione impossibili ed inoltre mai resi pubblici alla valutazione della intera società civile. Tutto rimane chiuso nel Consiglio di Amministrazione della Fondazione Dolomiti UNESCO, una fortezza priva di trasparenza, mentre le azioni speculative che violano i beni naturali delle Dolomiti ed il paesaggio trovano immediato sostegno, anche finanziario, nelle pubbliche amministrazioni.
A partire da questo mese l’associazione inizierà la raccolta del materiale e l’approfondimento di ogni tematica di alta rilevanza sociale e paesaggistica con il fine di costruire un dossier da inviare a Parigi.
Il Consiglio Direttivo di Mountain Wilderness.
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