Ho trascorso questa settimana ad allenarmi alla trave, confrontandomi con un fraterno amico. Sette giorni di richiamo muscolare di vario genere e discorsi profondissimi, per ottenere equilibrio psicofisico, per sondare anima e mente, perché il mio spirito diventi materia.
Questa notte, dopo e prima del lavoro, successivamente al primo e preventivamente al secondo, ho raggiunto altri amici, un team di cui pian piano divento porzione, e siamo usciti per un immersione.
Sono abituato a nuotare e a prender onde nelle tenebre, ma non ero mai stato sul fondo, al calar dei “tizzoni di buio”. La prima di tantissime esperienze. Cinque candeline delle tenebre e un comandante a guidarci. Skylight pronti, GAV, attrezzatura e via in acqua.
Cinque fasci di luce uniti per creare una bolla, morte e vita che si mescolano.
In un abisso di vita, le tenebre, che ti avvolgono e cullano, e la morte, la luce, che come un intrusa fa il suo ingresso in un posto in cui non è invitata. Rumore luminoso che disturba l’armonia, inquinamento quantico.
Siamo stati in un relitto, per noi tale, per tutto il resto di quel mondo niente più che una conformazione esogena, ora parte della materia. Ho girellato tra le stelle, marine ovviamente, osservato gronchi e scorfani e giocato con un polpo. Usando il respiro mi sono adagiato a un centimetro dal fondale e dopo non poca calma lui si è avviticchiato a due mie dita, finché per il suo tocco forte e delicato, né troppo stretto né troppo potente, mi son mosso dall’emozione… e lui è scappato via.
Ho stretto la mano a un polpo? Non lo incontrerò mai più, è stato un momento fugace, ma non mi scorderò di lui.
I colori erano così vividi, l’abbraccio dell’acqua così intenso. A ritorno ho respirato l’orizzonte perché parte di esso, in continutà e, come in un film, ho ascoltato una colonna sonora nella mia mente mentre la telecamera si alza e tutto diventa poesia.
Ho sofferto per il tremendo vuoto dell’assenza e per il potentissimo pieno delle cose in svolgimento.
Vita e morte.
E oggi, per riprendere equilibrio, per pensare e confrontarmi, ancora allenamento, ancora meditazione.
Vita o morte?
Christian Roccati
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