MONTAGNA. IL CAI SI OPPONE A MOTO E QUAD SUI SENTIERI DI MONTAGNA
No all’accesso indiscriminato di moto e quad ai sentieri di montagna. Ad opporsi all’uso motorizzato dell’ambiente montano è il Club Alpino Italiano, i cui volontari mantengono, senza oneri pubblici, oltre 60mila km di sentieri di montagna, messi a rischio dagli appassionati di motocross e di quad, che spesso invadono rumorosamente percorsi nati e pensati per chi cammina o corre, danneggiandoli. Il traffico motorizzato sui sentieri, ricorda il Cai che chiede un intervento a livello legislativo nazionale, “produce un alto impatto ambientale sulla fauna, sulla flora e sul fondo di mulattiere e sentieri che i volontari Cai mantengono faticosamente e senza oneri pubblici”. Moto e quad, prosegue il Cai, rappresentano un pericolo per gli escursionisti, ponendo un problema di sicurezza: chi si muove a piedi si trova ad essere l’utente debole anche sui sentieri. Tutto ciò si trasforma in un disincentivo alla frequentazione non motorizzata della montagna e, quindi, un ostacolo allo sviluppo, alla valorizzazione e alla tutela del territorio montano, oltre al danno ambientale.
Da qualche tempo alcune Regioni stanno approvando leggi che, accanto ad alcune misure che vanno nella direzione della tutela delle rete escursionistica e della montagna, contengono norme e provvedimenti che ne favoriscono un uso inappropriato. Il problema sono proprio le Regioni. La Regione Emilia-Romagna ha approvato la legge regionale sulla rete escursionistica e valorizzazione delle attività escursionistiche, che fornisce una definizione di escursionismo che “non pone alcuna limitazione concettuale al fatto che esso venga praticato con l’utilizzo di mezzi motorizzati e prevede la possibilità di percorrere i sentieri anche con mezzi a motore, in evidente contrasto con la finalizzazione dei percorsi escursionistici, affermata dalla legge, alla ‘promozione delle aree naturali … e allo sviluppo sostenibile'”.
(Fonte: AdnKronos, 1 agosto 2014)
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