HIMALAYA: 100 DISPERSI E DECINE DI MORTI. ADRIANO FAVRE, DIRETTORE DEL SOCCORSO ALPINO VALDOSTANO, E SUO FIGLIO BLOCCATI AL CAMPO BASE DELL’ANNAPURNA
Un’altra tragedia sulle cime del Nepal, il paradiso dell’alpinismo e del trekking d’alta quota, a causa di una “bomba di neve” che ha ucciso 24 persone, tra cui 12 escursionisti stranieri, e intrappolato diversi turisti in una vasta zona del massiccio dell‘Annapurna, uno dei più belli dell’Himalaya. Le vittime sono di diverse nazionalità, ma non risultano esserci italiani.
L’improvvisa ondata di maltempo si è abbattuta lunedì con forti piogge e nevicate che hanno raggiunto i 90 centimetri di altezza. In questa stagione, considerata ottimale per i trekking, questo è un fenomeno eccezionale. I metereologi ritengono che sia una conseguenza del ciclone tropicale Hudhud che domenica ha flagellato la costa orientale dall’India e poi è salito al nord causando una repentina diminuzione della temperatura nel subcontinente indiano. Le vittime facevano parte di gruppi impegnati in trekking nel distretto di Mustang (al confine con il Tibet) e nel vicino Manang, due dei punti più elevati del cosiddetto “circuito dell’Annapurna” che si percorre di solito in tre settimane. La maggior parte di loro sono sono stati travolti da una valanga mentre scendevano lungo passo del Thorang La (5416 metri). I loro corpi sono stati trovati sotto una spessa coltre di neve.
LE VITTIME
Da quanto si è appreso, tra gli stranieri ci sono quattro canadesi, due polacchi, un israeliano, un indiano. Dodici sono guide nepalesi che accompagnavano le comitive. Diversi altri escursionisti, rimasti intrappolati in alcuni punti del percorso sono stati salvati dai soccorritori, ma risultano ancora dei dispersi. Probabilmente solo nelle prossime ore, con il miglioramento delle condizioni meteo, si avrà un quadro chiaro della tragedia. L’ambasciata d’Italia a New Delhi, ha riferito un diplomatico all’ANSA, “è in contatto con le autorità locali, tramite il consolato Onorario a Kathmandu”, e al momento “non si ha notizia del coinvolgimento di connazionali”.
UN’ALTRA VALANGA SUL DHAULAGIRI E FORTI NEVICATE NEL TERRITORIO HIMALAYANO
Un’altra valanga ha travolto una spedizione diretta sulla cima del Dhalaughiri, uno degli ottomila metri del Nepal, vicino all’Annapurna, composta da alpinisti slovacchi. La maggior parte di loro si è salvata grazie all’intervento di un elicottero, ma cinque mancano all’appello, tra cui due slovacchi e tre sherpa locali. Nelle ultime 48 ore si sono registrate forti piogge e nevicate nell’ex regno himalayano. Lunedì mattina tre pastori sono scomparsi in una valanga che si è abbattuta su un alpeggio nella zona di Manang. In un altro incidente, sul circuito del Manaslu, un francese di 67 anni risulta disperso dopo essere caduto in un fiume. Quest’anno è stato un “annus horribilis” per il turismo in Nepal, un settore trainante per la nazione himalayana impoverita dal conflitto civile con i maoisti. Ad aprile, una valanga aveva ucciso 16 sherpa impegnati sull’Everest a preparare i percorsi per facilitare gli alpinisti stranieri a salire sulla vetta. La tragedia ha costretto molte spedizioni a rinunciare all’impresa e ha sollevato molte polemiche sull’affollamento del “tetto del mondo” e lo sfruttamento turistico dell’Himalaya.
ADRIANO FAVRE BLOCCATO AL CAMPO BASE DELL’ANNAPURNA
Secondo fonti locali potrebbero essere “una cinquantina”, circa il doppio di quanto annunciato finora, le vittime della tempesta di neve in Nepal. Lo ha riferito il direttore del Soccorso alpino valdostano, Adriano Favre, precisando comunque che si tratta di una stima basata su informazioni “frammentarie”.
“Sono notizie frammentarie che abbiamo anche noi qui e che ricevo sul satellitare dalla nostra agenzia di Kathmandu. Parlano di molte decine di morti e di dispersi. Qua parlano di una cinquantina di vittime, è come dire, parlano, poi bisogna vedere cosa succede in definitiva”: ha detto all’ANSA il direttore del Soccorso alpino valdostano, capo di una spedizione di quattro italiani, al riparo e in buone condizioni, che è bloccata dalla neve in un campo base a 5.000 metri in Nepal.
E’ mancata l’allerta meteo – La bufera “non era prevista. L’altra mattina abbiamo visto il cambiamento del tempo e abbiamo detto ‘nevicherà’, ma sicuramente non ci aspettavamo una tempesta di neve di 30 ore, con tutta questa neve al suolo. Nessuno ci ha avvisati, nessuno se lo aspettava credo qui a Kathmandu” (Fonte: Ansa, 16 ottobre 2014).
Secondo quanto riportato dall’Himalayan Times sarebbero 100 i dispersi sul territorio Himalayano.
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