SKYRUNNING. “DAL CERVINO AL MONVISO”, SERATA CON DUE CAMPIONI: BRUNO BRUNOD E PAOLO BERT
Un tempo si sarebbe detto…”Giunti alla fine della stagione agonistica”… Adesso una simile affermazione risulta essere quasi una bestemmia perché le stagioni agonistiche non finiscono mai. Si cambia attrezzatura e si continua, con pari spirito competitivo, con discipline più propriamente invernali tipo sci alpinismo ecc… al recupero ci penseremo poi.
In un calendario così denso di appuntamenti agonistici c’è, però, ancora spazio perché lo sport possa “celebrare” i suoi Campioni con iniziative meno faticose.
E’ il caso della Podistica Valle Infernotto che, al termine della stagione 2014 di Corsa in Montagna intende dedicare una serata a due Campioni dello sport che amiamo.
Il titolo della serata, in programma a Cavour (CN) venerdì 14 novembre nell’ambito della manifestazione fieristica “Tuttomele” è: “Dal Cervino al Monviso”. Le due montagne “regine” (a dire il vero il Monviso pretende di essere il Re) della Valle D’Aosta e del Piemonte che sono state lo scenario di “imprese” sportive di due grandi atleti conosciuti e riconosciuti per le doti atletiche, sportive ed umane: Bruno Brunod e Paolo Bert.
Entrambi sono legati alle montagne simbolo del loro territorio per avere realizzato sulle loro montagne il “record” di salita e discesa (3.14.44 per Bruno e 3.12.12 per Paolo). Non sono i soli perché sul Cervino Kilian Burgada nel 2013 (21 agosto) ha fatto registrare il nuovo migliore tempo (2.52.02) e sul Monviso Dario Viale è ancora il “padrone del tempo” di sola salita (6 settembre 1986 – 1.48.54 da Pian del Re per la via sud). Gli stessi gemelli della Podistica Valle Varaita Martin e Bernard Dematteis nello scorso mese di settembre hanno “giocato” con il Monviso salendo da Castello di Pontechianale in 2 ore e 30 minuti.
In corsivo le riflessioni di un “grande scrittore” (io) a proposito della performance di Paolo Bert:
Cosa aggiungere: è un’impresa sportiva che non porta medaglie. C’è l’ammirazione della gente per il coraggio dimostrato più ancora che per il tempo impiegato. Forse un poco di invidia da parte di coloro che per salire il Monviso devono allenarsi un anno intero … Ma il piccolo uomo che sale il grande monte è la metafora dell’esistenza: la consapevolezza delle proprie possibilità, non uguali per tutti, e la tenacia nel volere raggiungere, con umiltà e sacrificio i propri obiettivi.
Il piccolo uomo che sale il grande monte sa che non lo “vince” ne lo “conquista”, semplicemente lo accarezza , lo rispetta e lo ringrazia per avergli permesso, in un giorno di fine agosto, di realizzare un sogno che durerà una vita. Poi si riprende la vita di tutti i giorni: la Montagna rimarrà la’, a disposizione, per altre “imprese” ed altri sognatori. Paolo tornerà al lavoro, alla famiglia e a regalarci altre vittorie nelle competizioni di montagna”.
Le fatiche sportive per una sera lasceranno spazio a qualche filmato dedicato alle loro imprese ma soprattutto ai loro racconti approfittando, noi, della loro grande disponibilità a “raccontarsi con i piedi per terra”.
Carlo Degiovanni
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