LUCA ANDREOZZI. L’UNICA VERA COSTANTE: UNA PASSIONE MANIACALE. INTRODUZIONE DI MATTEO PAVANA
Penso che Luca concorderebbe con me nel momento in cui qualcuno dovesse descrivere la sua ossessione per la scalata. Ho riconosciuto subito una visione molto profonda ed estroversa di arrampicata, quasi da nostalgico sognatore.
In queste parole del giovane Luca Andreozzi potrete riscoprire una versione sana e romantica di scalata, tutta da leggere nelle seguenti righe.
CONTRIBUTO DI LUCA ANDREOZZI
“Di sorprese nella vita arrampicatoria ne ho avute tante, e mai come in questo 2013, quasi troppe!
Ero a Huliveto all’inizio del mese corrente, e facevo da cicerone ad un paio di “forestieri”. Tra un vecchio classico e l’altro trovano lo stimolo sul blocco “pappataceo”, uno dei sassi più grandi di Huliveto. Sebbene tutte le possibilità sul sasso fossero state prosciugate negli anni passati, avrei sempre sognato di trovarci qualcosa di nuovo, bello e duro. A un certo punto mi viene da guardare là dove non avevo mai guardato. Avevo sempre dato per scontato che quell’antro cavernicolo non fosse scalabile, un pò per claustrofobia, pò perchè è una pala strapiombante a 50 gradi, apparentemente liscia. L’occhio scorge questa serie di liste perfette e svase che si susseguono: subito fantastico una linea che passi proprio lì, nel mezzo. Senza nemmeno rendermene conto avevo già spazzolato la linea, come se una parte del mio inconscio sapesse di volerla salire, baipassando ogni possibilità che fosse impossibile!
Ho iniziato a provarlo quel giorno. Al limite, ma proprio al limite, sono riuscito a fare la maggior parte dei movimenti, ne mancavano ancora 3.
Sono tornato una seconda volta, ho risolto i 3 singoli mancanti sempre al limite, uno in particolare che mi è entrato UNA ed UNA SOLA volta, solo il singolo. Ho riprovato tutto il giorno solo il singolo in questione e NIENTE. Tanto niente da dubitare d’averlo fatto davvero. Capisco di poterlo davvero fare, anche se so che diventerà il mio progetto invernale e mi prenderà tanto tempo.
Il blocco parte praticamente sottoterra, e la parte di 8b è riguardante i primi 7 movimenti, un’altezza massima di 2 metri. Tutte le linee del sasso finiscono con un TOP, poichè la parte alta è troppo pericolosa: 6 metri circa, roccia marcia, caduta IMPARABILE (ci sono delle piane ma sono completamente fuori proiezione di caduta). Decido che semmai fossi passato, fanculo, sarei uscito fino in cima, perchè fare TOP sarebbe stato come boh.. dai lo sai. Scendi così, dopo un blocco del genere? Senza salire in cima? No way.
Vado a Huliveto sabato mattina presto per pulire la parte alta. Fisso la corda ad un albero in cima al blocco e mi calo. Martello un pò tutto e segno le poche cose salde. Lo provo autoassicurandomi e si fa, circa 6c boulder ma molto, molto alto e psyco. Nel pomeriggio, provo il passaggio per la terza volta in assoluto. Sento d’esser più in forma delle altre volte, ma continuo a rimbalzare sul singolo, anche se in continuità. Sento che quel poco che mi separa dal farlo è davvero un abisso, sul quale dovrò lavorare duramente durante l’inverno.
Poi la svolta.
Mi attacco come sempre per fare l’ennesimo tentativo: mi sento diverso. Le prese più buone, il corpo molto più leggero e bla bla bla. Uno stato di grazia insomma. Mentre faccio i primi due movimenti riesco a coordinarmi molto meglio, ed ho abbastanza lucidità motoria per impostare il movimento chiave, che mi sembra molto più vicino. Tiro un urlaccio quando tengo la presa, perchè so che non ricapiterà una seconda volta. Tengo botta per i due passi successivi, un passaggio su un mono rovescio molto duro e l’apertura verso il bordo, l’incrocio finale…e sono al riposo (sarebbe il top delle altre linee). Ovviamente avverto i paratori che sarei andato fino in cima, sapendo benissimo di non dover cadere. Potevano anche andare a mangiarsi un panino per quel che mi riguardava, semplicemente NON DOVEVO CADERE. Stacco il cervello e parto per il viaggio in free solo che mi porta in cima al sasso.
Gioia si, molta, ma incredulo di averlo fatto. Penso sia impossibile che sia davvero 8b. C’ho messo troppo poco, impossibile.
Festeggiamenti vari. Poi me lo fanno riprovare per fare due foto. Mi appendo e ok il calo dell’adrenalina, ok la carica di motivazione.. ma lo stato di grazia come era venuto sen’era andato e semplicemnete NON SCHIODAVO PIU’ UN SINGOLO!!!!! Solo per fare i primi due movimenti (i più facili) ho dovuto penare le pene dell’inferno, e manco mi sono azzardato ad impostare il 3°. Durissimo, come sempre! A quel punto non ci sono stati dubbi sul grado!
Il tentativo magico, davvero. Non ho idea di come abbia fatto. Ho visto e rivisto il video, ero convinto di essermi appoggiato sul pad, o aver barato senza accorgermene in qualche modo. Ci sono rimasto quasi male, davvero!
Detto questo, sicuramente se quel tentativo magico è arrivato c’era un motivo: sarà stato il frutto delle tante buone sensazioni che l’arrampicata mi sta dando ultimamente, non ho mai negato di sentirmi in forma. E’ stato un anno molto importante, tantissime soddisfazioni verticali, indimenticabili, tante emozioni e botte di adrenalina, e questa è stata la ciliegina sulla torta. Un pò è merito mio, che non mi faccio mai contagiare da tutto quello che è lontano dalla roccia. Sarebbe stato più facile dire che tutto andava male, che c’erano cose più importanti della scalata. Ma non l’ho messa da parte. Lei non mi ha mai tradito, è sempre stata l’unica vera costante nella mia vita, e non ci sarà mai niente nel mio prossimo da farmi desistere dall’avvinghiarmi alla roccia.
Un pò è merito del gruppo di presenti e chi non c’era fisicamente ma c’era comunque col pensiero. Un pò è merito del supporto degli sponsor: Rockslave, che mi ha dato una grande possibilità ed una spinta in più verso l’alto, e SCARPA, un supporto costante e una disponibilità rara durante il corso degli anni”.
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