“Qui draghi”, così indicavano le antiche mappe riferendosi alle Alpi, considerate luoghi paurosi popolati da creature misteriose e malvagie.
Paurose eppure affascinanti, le Alpi sono un irresistibile spazio vuoto sulle cartine d’Europa che non venne riempito se non alla fine del XIX secolo e di cui alcune cime inaccessibili costituiscono ancora oggi una sfida per gli alpinisti.
Coniugando un’accurata ricostruzione storica con una narrazione brillante, Fergus Fleming ci fa rivivere in “A caccia di draghi. La conquista delle Alpi” (Elliot Edizioni, 2012), le prime eroiche spedizioni su vette come il Cervino e il Monte Bianco, spiegandone le implicazioni scientifiche e sociali e ritraendo con maestria i profili dei grandi pionieri dell’alpinismo, con le loro passioni, ossessioni e accese rivalità.
Un libro di avventura e viaggio, nella migliore tradizione anglosassone, uno studio approfondito di un capitolo significativo di storia sociale europea, una lettura obbligata per tutti gli amanti della montagna.
Dopo gli studi compiuti presso le università di Oxford e Londra, Fergus Fleming ha lavorato per alcuni anni come curatore di libri per «Time-Life». Tra le sue opere ricordiamo Barrow’s Boys, best seller in Gran Bretagna, dedicato alla scoperta del passaggio a Nord-Ovest.
“A CACCIA DI DRAGHI”
La conquista delle Alpi
Autore: Fergus Fleming
Editore: Elliot Edizioni – Roma, dicembre 2012
Pagine: 320 con inserto fotografico in b/n
Prezzo di copertina: 18,50 €
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