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14 Marzo 2015

Senza categoria

à l’archais dou soleil

“Alcune persone hanno delle vibrazioni che vengono dritte dal cuore pulsante del sole”

Jack Kerouac

DSCN7100L’aria è frizzante questa mattina. Giusto quello che mi serve per incontrare un manto nevoso che “tenga un po’”. Salgo rapidamente facendo scricchiolare i cristalli primaverili della neve sotto i miei sci. Ogni tanto mi sporgo leggermente dalla mia traccia e cerco di affondare il bastoncino nella neve per saggiarne l’avvenuta trasformazione e capire che discesa mi aspetta. E’ parecchio dura e dove il pendio s’inasprisce per poco non devo utilizzare i “coltelli”. Forse un po’ di sole – penso – aggiusterebbe la neve al punto giusto. Inseguo così con lo sguardo il suo lento sorgere dietro la cresta della montagna mentre ancora l’aria frizzante mi pungola le guance. Traccio dei ripidi risvolti nel canale uscendo sul colle, ed ecco che i primi raggi mi colpiscono in pieno volto. Mi fermo e me li godo in tutta la loro energia primaverile. Sono sempre stato un animale “da muretto”, fin da piccolo, e adoravo bruciacchiarmi le guance sul terrazzo di casa a Courmayeur. Raggiungo la vetta e il sole è già quasi al suo culmine. Mi siedo in cima e attendo che completi la sua opera di ammorbidimento sul ripido pendio. Non mi delude, e le curve in discesa si pennellano sulla superficie morbida e umidiccia senza che le lamine entrino in gioco in modo significativo.

IMG_1434 bis

Grato a quella divinità di fuoco, ritorno a valle divertendomi anche in stretti passaggi nel bosco ceduo. Ormai la temperatura è elevata.
A casa, non pago del bagno di sole mattutino, mi sistemo, schiena al muro, a godermi l’ultima ora di quel tepore. Tutto intorno è silenzio e l’unico rumore è dato dallo stillicidio della neve residua che fonde dal tetto. Non vi è nulla di più bello e rilassante, in primavera, di starsene appoggiati al muro al sole a guardare le goccioline di acqua che tornano alla terra per iniziare nuovamente il loro ciclo. Qui da noi vi è addirittura una frase fatta in patois che riassume questa curiosa condizione: Istà à l’archais dou soleil a bikaa li stausin – starsene al cospetto del sole a guardare le goccioline. Arcaico retaggio di quella “saggezza” popolare che sapeva apprezzare le piccole cose e vivere l’attimo.