Che le montagne nostrane fossero degli assoluti gioielli dal punto di vista naturalistico, paesaggistico e morfologico era già cosa nota. Ma la recente scoperta di alcuni ricercatori italiani e statunitensi ha comunque lasciato tutti a bocca aperta.

Si perché i risultati degli studi di Maria Luce Frezzotti – dell’Universita’ di Siena – e di alcuni ricercatori delle Universita’ di Torino e Albuquerque (Usa), pubblicati recentemente sulla rivista “Nature Geoscience”, parlano chiaro: le rocce delle Alpi contengono diamanti di dimensioni micrometriche (circa 0.01 mm).

La scoperta ha riguardato alcuni campioni di roccia provenienti dalla zona del Lago di Cignana, in Valle D’Aosta, e i minuscoli diamanti ivi contenuti, provenienti a loro volta da fluidi che nascono a più di 100 chilometri sotto la superficie terrestre, all’interno del cosiddetto “mantello”.

I ricercatori hanno avuto vita difficile ad analizzare la composizione chimica di materiale di origine così profonda, ma la soddisfazione della scoperta gli ha ripagati di tutti gli sforzi: la presenza di carbonio all’interno dei diamanti racconta come esso risalga dal mantello terrestre prima di essere rilasciato nell’atmosfera.

Il che dimostra come il trasporto del carbonio a profondità maggiori di 100 km all’interno della terra avvenga anche per meccanismi di dissoluzione. Un nuovo meccanismo di trasporto del carbonio all’interno della terra, dunque, che consente agli scienziati di riformulare le attuali stime globali di emissione di CO2 terrestre.

A questo punto risulta di primaria importanza interpretare con precisione i dati raccolti, in modo da poter descrivere al meglio la situazione attuale e prevedere quali saranno le tendenze future e gli effetti sul riscaldamento globale o sul clima.

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