ALPINISMO SUL MONTE PERON. CONTRIBUTO DI ITALO ZANDONELLA CALLEGHER
È un quadrilatero perfetto quello che si specchia nel Piave. Una figura geometrica tagliata a metà dalla riva del fiume.
La parte inferiore si tuffa nell’acqua, quella superiore svetta verso un incredibile cielo azzurro solcato da nuvole peregrine. È il Monte Peron, sentinella di Vedàna – lago e Certosa – e di Sospiròlo. Altezza 1486 metri soltanto. Modesto, ma non tragga in inganno. Le sue radici sono mille metri più in basso e la montagna presenta a sud un aspetto quasi orrido, colore grigio-giallo, quello della roccia importante. Come una montagna “seria”, insomma. La parete è concava e forma un cerchio quasi perfetto di roccia repulsiva e verticale con qualche isola di verde che gli alpinisti chiamano “verdura”. Impossibile ignorarla, specie per chi si accinge a percorrere l’agordino di cui rappresenta l’anticamera.
Il 29 settembre 1989 ebbi l’opportunità di intervistare l’ottimo alpinista bellunese e accademico del Cai, Bruno Zancristoforo, classe 1908, “scopritore” delle potenzialità alpinistiche del Peron…
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