AMBIENTE: PROTOCOLLO D’INTESA PER TUTELARE L’AGRICOLTURA DI MONTAGNA
Qualità delle produzioni, tutela del territorio montano e dei suoi abitanti: nell’ambito della “Convenzione delle Alpi” nascono i Distretti Bio, strumento innovativo per promuovere lo sviluppo sostenibile e l’economia verde.
Il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha siglato nei giorni scorsi il protocollo d’intesa che sancisce la collaborazione con l’associazione “Città del Bio”, rete di Comuni ed Enti Locali presieduta da Antonio Ferrentino: con questo accordo saranno individuate le realtà su cui definire il modello più adeguato ai territori di montagna, capace di innescare progetti di filiera che vanno dalla produzione agricola alla trasformazione dei prodotti, dal commercio specializzato alla ristorazione e all’ospitalità.
“Proseguiamo il nostro impegno – spiega il ministro Galletti – nella valorizzazione del patrimonio montano italiano, che rappresenta circa il 50% del Paese ed esprime una ricchezza unica al mondo in termini di diversità biologica, di qualità agroalimentare e di cultura del territorio. Dalle nostre aree di montagna può arrivare una spinta decisiva alla crescita economica sostenibile, vero modello del futuro: non a caso saranno protagoniste di Expo 2015”.
Le parti interessate richiamano nel testo dell’accordo il protocollo della “Convenzione delle Alpi” che si propone di “conservare e incentivare l’agricoltura di montagna”, in modo che venga riconosciuto “il suo contributo sostanziale alla permanenza della popolazione e al mantenimento delle attività economiche sostenibili, specie mediante la produzione di prodotti tipici di qualità, alla salvaguardia delle basi naturali della vita, alla prevenzione dei rischi naturali, alla conservazione della bellezza e del valore ricreativo del paesaggio naturale e rurale, nonché alla cultura del territorio alpino”.
L’accordo prevede, conseguentemente alla nascita dei Distretti, la promozione del progetto “Adotta una Valle Bio”, disposto per favorire un’alleanza tra territori urbani e montani in un diverso rapporto tra produttori e consumatori. “L’obiettivo – si legge nel protocollo – è sostenere le realtà che si impegnano nel recupero e la salvaguardia ambientale delle aree, la difesa di varietà vegetali e animali a rischio di estinzione, la conservazione di sistemi di produzione storici di particolare pregio, favorendo la nascita di ‘comunità del cibo’ partecipate dai co-produttori”.
Nel testo si fa riferimento anche al rafforzamento del binomio tra “agricoltura biologica e turismo responsabile”, definito “la chiave per una crescita economica locale sostenibile”. “Un turismo – osservano le parti – che non sia solo consumo di territorio, provvisoria e illusoria alternativa al degrado metropolitano, ma che sia strettamente legato alle culture locali.
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