ARRAMPICANDO HO CONOSCIUTO … LA “GIOVANE MONTAGNA”. CONTRIBUTO DI ITALO ZANDONELLA CALLEGHER
Tra il dire e il fare, c’è stata di mezzo un’avventura particolare.
Da un po’ di tempo mi stavo interessando alle vie di Oskar Schuster in Popèra. C’erano due vie di ghiaccio a Cima Undici – abbastanza audaci e strane per l’ambiente dolomitico – e una su roccia alla Gobba Grande. Ero affascinato dalla storia di questo eccellente alpinista sassone di Markneukirchen. Avrebbe dovuto fare il medico, ma essendo benestante poté dedicarsi completamente alle montagne ripetendo oltre 700 vie e tracciando una cinquantina di nuove: dalle Alpi Austriache alle Dolomiti, dall’Engadina al Caucaso.
Fu l’inventore della scarpetta con suola di corda, di marchingegni per la protezione e del libretto di vetta. Nel Caucaso partecipò alle spedizioni tedesche del 1903 (quando salì l’Ushba), del 1910, 1911 e 1914. Durante quest’ultima fu sorpreso dallo scoppio della guerra, arrestato e internato in diversi campi di prigionia. In quello di Astrakhan morì nel 1917 dopo inenarrabili sofferenze.
Quella che volevo ripetere in solitaria in quel luglio di anni fa, era la via aperta nel 1891 da Oskar Schuster e Johann Hausberger con la guida Veit Innerkofler sulla parete est di Cima Undici. Un itinerario più pericoloso che difficile, che percorre un canale di ghiaccio e porta alla sommità della Cima Undici Sud…
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