L’ambassador La Sportiva Matthias Scherer ci svela il suo equipaggiamento durante il Tour del Tour del Gran Paradiso, quando la scorsa primavera ha segnato il record di velocità assieme a Tanja e Heike Schmitt.
Quando si parla di sci alpinismo, il Tour del Gran Paradiso è sicuramente una delle più importanti e famose traversate dell’Arco Alpino. Tipicamente percorribile in cinque giorni, questo percorso disegnato su creste e pendii esposti, ha uno sviluppo di 60 km e 5500 metri di dislivello +/-, con partenza da Valnontey, passaggio sull’iconica vetta del Gran Paradiso (4061 m), e gran finale nella suggestiva Villaz.
Nel 2015 il trio di atleti La Sportiva composto da Matthias Scherer, Tanja e la sorella Heike Schmitt, hanno effettuato il loro primo tentativo sul Gran Paradiso al fine di completare il Tour in meno di 24 ore. Carichi della loro maturata esperienza, hanno capito nel tempo cosa sarebbe stato necessario cambiare in termini di preparazione fisica e tecnica per abbattere il muro delle 24 ore.
Nel 2017, lo stesso team ha provato a superare i propri limiti per la seconda volta. Il risultato? 19 ore, 6 minuti, e firma sul fastest known time.
Ecco come Matthias, Tanja ed Heike si sono preparati per riuscire nella loro impresa.
Per quanto riguarda l’aspetto fisico devi essere naturalmente molto allenato nello sci alpinismo e perfettamente acclimatato. (leggi come il gruppo si è allenato per il Tour)
La grande sfida nell’attrezzatura è invece quella di rimanere il più leggeri possibile senza sacrificare la sicurezza. Inoltre, è necessario pensare ad avere un comfort climatico sempre sufficiente e un elaborato sistema di nutrizione. Dato che lunghi tratti obbligatori si sviluppano su terreno ghiacciato, risulta indispensabile avere con sé un kit completo per il soccorso in crepaccio che includa fune, imbracatura, carrucola e bloccante. I passaggi esposti e le discese veloci rendono l’uso del casco una scelta più che saggia, obbligatoria.
Essendo partiti a mezzanotte, abbiamo incontrato i passaggi più tecnici del Tour nella completa oscurità, e per garantire la sicurezza necessaria a proseguire, ci siamo dotati delle migliori luci frontali.
Per quanto riguarda invece gli scarponi e gli sci abbiamo optato per La Sportiva Syborg e gli sci Maestro: un abbinamento perfetto, che combina un’eccellente sciabilità con un peso ridotto.
Se sull’equipaggiamento di base non abbiamo avuto molti dubbi, la scelta del giusto sistema di abbigliamento si è dimostrata una delle parti più delicate dell’intera preparazione: se da un lato dovevamo essere preparati ad affrontare il freddo della notte a oltre 3500 metri, dall’altro dovevamo cercare di non sudare troppo ed accaldarci durante le soleggiate ore del pomeriggio. Pertanto, il sistema di abbigliamento doveva essere a strati. Diversi tra loro, e ben selezionati.
Il nostro base layer era costituito da un intimo termico aderente con eccellente traspirabilità e gestione del sudore, mentre il gilet Syborg Vest ha costituito il livello successivo. Nella sua tasca integrata abbiamo trasportato sacche di idratazione con bevande energetiche, l’unico modo per evitare che si congelassero durante la notte.
Per la parte inferiore abbiamo scelto il Solid Pant, un pantalone soft shell dal fit ergonomico che assicura ampia libertà di movimento, e che unisce protezione e traspirabilità.
Task Hybrid Jacket è stata una scelta perfetta per lo strato superiore intermedio. Isolata solo sulla parte frontale con un leggero strato di Primaloft, rappresenta sicuramente un capo chiave per questo genere di attività. Grazie al peso super leggero, ci è sembrato quasi di non averla.
Per proteggerci adeguatamente contro vento e freddo, particolarmente fastidiosi lungo la traversata esposta che dalla Gran Serra porta al Gran Paradiso abbiamo utilizzato anche gli Shorts in Primaloft Shakkar e le Roseg Primaloft jacket.
Per ultimo, abbiamo aggiunto un piumino pesante come Command Down Jkt (Frequency per Tanja e Heike) da indossare gli ultimi metri fino al raggiungimento della cima del Gran Paradiso all’alba, dove abbiamo incontrato venti forti e temperature inferiori a -20 ° C. Abbiamo tenuto i piumini anche in fase di discesa verso al rifugio Emanuele. Un capo molto caloroso come il Command Down Jacket e un sacco da bivacco sono un must assoluto durante una traversata di alta montagna come il Tour. In caso di situazioni di emergenza, potrebbero essere questi oggetti a salvarti la vita!
Mani e piedi non sono da sottovalutare, esattamente come il resto: mantenere le estremità calde e prive di vesciche non è un compito facile quando si incontrano situazioni climatiche tanto diverse e l’attività si protrae per ben 60 chilometri… per le mani, la combinazione di guanti aderenti e sottili con degli Overgloves Race ha saputo performare perfettamente sia al freddo che al caldo.
Per quanto riguarda i piedi, le calze SkiMo Race hanno fatto un ottimo lavoro e nessuno di noi ha riscontrato vesciche o avuto bisogno di cambiare i calzini (anche se per sicurezza ognuno di noi portava un paio di calzini extra).
Dal momento che un’intera giornata non-stop in alta montagna ha delle forti ripercussioni anche sugli occhi, abbiamo scelto di indossare occhiali con lenti gialli durante la notte e occhiali da sole durante il giorno.
INFO: La Sportiva