«Pensavo che alla gente si facesse credere che per arrivare alla felicità fosse necessario comprare ogni cosa, mentre la Montagna, al contrario, regalasse ad ognuno questa possibilità senza chiedere nulla in cambio. Beh… ci credo ancora».
«Anche quando si scala, si deve tendere ad eliminare il rumore. Si rimuove ogni movimento superfluo, ogni disequilibrio. Si segue il ritmo e la cadenza della linea guida della roccia. In libera, se si vuole scalare, non si può che assecondare un pentagramma di pietra disegnato da Dio. Ascendere in armonia vuol dire suonare una musica non percettibile ad orecchio, grazie al proprio corpo. Arrampicare su linee perfette è come suonare la canzone di Madre Terra con l’unico strumento di cui Ella ci ha fatto dono. Gea traduce nelle pareti e nelle vette la sua aria primordiale. Gli apritori delle vie sono gli artisti che ritraggono le copie di copie di antiche sinfonie. Per scalare con la propria anima, occorre soltanto eliminare il rumore, e suonare l’antico cantico, ritornando all’origine».
TESTO TRATTO DA:
“Lacrime nella Pioggia” Racconti di montagna: un diario in ogni suo cristallo, Le Mani Editore
(di Christian Roccati)