Ricordo il mio Amico Marco, quando mi disse che “Casa” era una di quelle parole belle, come “Mamma”, che ti fanno star bene, che ti fanno sentire protetto.
Ti crei tante belle idee… tante belle teorie, tante belle opinioni e ipotesi, per trovare un luogo che ti faccia star bene, che sia congeniale al lavoro, alla famiglia, al passato e al futuro.
Ma poi poco puoi farci… Torni a Casa, in un posto in cui gli alberi hanno la forma di triangoli e non di cerchi, il luogo in cui conosci dove la neve cadrà e quando andò via per la prima volta quella che c’era sempre stata, dove il camino scalda subito e la fiamma arde prima dentro di te e poi nel focolare.
E così ti trovi “turisticamente” a scalare, a far ferrate, a passeggiare, a sfiorar il cielo su di una vetta, la tua prima, a correr nei boschi, a guardare dove prima c’era altro. Sai cosa di selvaggio si erge lì dietro; conosci ogni pietra, ogni albero. Sei fermo e senti l’eco di voci antiche, calde e profonde, uniche, che non potranno mai più risuonare… e pensi alle quelle che ancora non ci sono; sei in quel sottile anello di nulla in cui, il passato è oramai antica carta e il futuro non è ancora colorato… E in quella trasparenza ti accorgi che non hai bisogno di domande, perché sei già sulla risposta.
Casa è una bella parola.