Sono Manrico Dell’Agnola.
Alpinista, fotografo, scrittore, viaggiatore instancabile, “esploratore” della montagna con oltre un migliaio di vie all’attivo. Testimonial Dolomite. Qui di seguito una piccola intervista per introdurvi nel mio mondo e per conoscerci meglio.
Qual è lo scopo di questa collaborazione con Mountain Blog:
Sicuramente lo scopo è parlare di montagna, di arrampicata, avere l’opportunità di raccontare storie vecchie e recenti, viaggi, esperienze, piccole e grandi cose…a volte anche provocare per vedere se nasce discussione…è una cosa che mi diverte molto!
Mi piace l’idea di avere uno spazio per parlare di montagna a 360 gradi, non per forza di grandi imprese; ritengo sia importante poter discutere delle proprie esperienze, principi, etiche, modi di affrontare il mondo della montagna al fine di trovare possibili risposte e soluzioni che mettano un po’ tutti d’accordo…
Ecco è questo che mi piacerebbe fare: discorrere del mondo della montagna a tutti i livelli, la mia grande passione, e anche per quanto riguarda l’arrampicata dire qualcosa che esca un attimo dai soliti schemi.
Dove mi colloco nella storia dell’alpinismo:
Ho una passione vera, esclusiva, arrampico da trent’anni e ci credo fin da quando ho iniziato.
Ho partecipato a tante spedizioni alla ricerca di posti selvaggi e incontaminati (Venezuela, Patagonia, Yosemite Park, Karakorum, Himalaya, Groenlandia, Baffin island).
Le cose più importanti che ho fatto sono stati numerosi concatenamenti e tantissime vie slegato. Ho fatto la Philipp Flamm sulla parete nord ovest della Civetta in due ore e quaranta, senza corda ne chiodi, nemmeno l’acqua per bere…
Questo tipo di attività richiede ovviamente performance atletica ma soprattutto una grande forza mentale; è fondamentale avere sempre la testa per arrivare in cima, non basta il fisico.
La sicurezza mentale serve tantissimo: se credi nelle tue capacità e conti su te stesso puoi affrontare qualsiasi ostacolo.
Come mi definisco:
Faccio arrampicata su roccia con e senza sicurezze, preferibilmente però senza.
Domenica scorsa per esempio io e il mio amico Paolo siamo andati sulla Torre Venezia e abbiamo fatto la Via Tissi che si sviluppa per 500 m in altezza. L’abbiamo già affrontata molte volte; la via è solo di grado 5+ però noi ci abbiamo messo meno di due ore per farla, e in questo caso siamo andati in cordata, legati, e ci siamo molto divertiti nell’andare veloci e nell’usare meno protezioni possibili.
Questo è quello che mi piace fare, anche se a volte questo modo di fare suscita le critiche altrui….
Non sono un’alpinista estremo, nel senso del grado estremo; il massimo che ho raggiunto è solamente il 7b+ (oramai lo fanno i ragazzini dopo 6 mesi di arrampicata…), però con questo grado ho fatto vie molto difficili il più delle volte slegato.
Magari arrampico su gradi più bassi… ma lo faccio con poca sicurezza.
Penso che un alpinista sia tanto più bravo quanto meno chiodi e mezzi artificiali utilizza in parete; sono contrario “all’addomesticazione della montagna”, penso che sia l’uomo a doversi adattare alla montagna, non viceversa.
Al tempo stesso però non sono affatto contro la sicurezza: penso che la sicurezza debba derivare dall’allenamento, dalla preparazione all’ambiente e non solo dall’avere una via prestabilita.
La consapevolezza delle proprie capacità e limiti è molto importante; se si conoscono i propri limiti difficilmente ci si mette in pericolo.
Il massimo dell’onestà nel rapporto con la montagna è andare slegati perchè non c’è nessun compromesso; arrampicare è un gioco quindi bisogna essere onesti fino in fondo. Se dovessi prendere una scorciatoia imbroglierei solo me stesso.
Nella vita reale le cose sono diverse….e sono ovviamente più elastico…
Cosa racconterò in questo blog:
Piccole e grandi storie, qualcuna attuale qualcuna antica e in questo caso saranno contestualizzate con la realtà attuale.
Tags: Alpinismo e Spedizioni, arrampicata, intervista, Manrico dell'Agnola, montagna, rispetto