E’ stata presentata il 2 luglio scorso a Pordenone, la tesi del corso di laurea specialistica in Linguaggi e tecnologie dei nuovi media “Cinema verticale, l’arrampicata sullo schermo”. Il tema e l’accuratezza dell’analisi devono aver sicuramente entusiasmato la commissione che ha deciso di conferire il massimo punteggio anche con lode.
A discuterla Marianna Corona che in due anni di ricerca in archivi storici e cineteche ha potuto visionare ed analizzare più di ottanta tra documentari e film a soggetto, intervistare addetti ai lavori, registi e alpinisti sia italiani che stranieri tra i quali Fulvio Mariani, Kurt Diemberger, Michele Radici, Leo Houlding, Sterling Johnson, Sebastian Alvaro Lomba, Chuck Fryberger, Gerald Salmina, Roberto Mantovani.
Il risultato è un’analisi approfondita sull’evoluzione che ha avuto il cinema verticale che ha proposto l’arrampicata come protagonista a cominciare da filmati pionieristici come Cervino (1901) fino a documentari che hanno rivoluzionato il modo di fare cinema di montagna come il recentissimo The Asgard Project (2010).
Oltre ai pionieri sono stati presi in considerazione anche i film a soggetto del Bergfilm, le spedizioni sulle vette più alte del mondo, gli omaggi alle ascensioni storiche, i filmati di arrampicata moderna, le imprese estreme filmate sul campo e le grandi produzioni dei nuovi film a soggetto mettendoli a confronto rilevando similitudini e differenze.
Insieme alla tesi è stato presentato anche un breve video promozionale realizzato dalla studentessa nella storica palestra di roccia di Erto, suo paese d’origine.
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