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6 Gennaio 2016

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Corea… Kaboom: rispondiamo al rumore con la musica

Combattiamo il rumore con la musica

Elena in paradiso

Ieri siamo andati a scalare, Ele e io e un’amico, Nic, dopo il lavoro. Un piccolo mattoncino da aggiungere nel percorso alle ascensioni di questo e dei prossimi anni. Talvolta se non posizioni giuste pietre, l’ometto è instabile e invece che seguir la rotta, dimentichi persino l’esistenza della via.

Ero a Genova e per raggiungere la palestra abbiamo usato un motorino driblando i tifosi che a migliaia transumavano alla partita. La solita situazione surreale: ero in un qualche modo in montagna, eppure al suo altro capo.

Ho cercato di scaldarmi bene perché al momento ho due infiammazioni derivate, una dall’eccessivo carico e l’altra da uno strappo muscolare a un tensore del braccio. Ogni tanto un tweet sul cellulare del fraterno amico di turno, mi ricordava le vette con l’ennesimo messaggio bianchissimo di neve.

Siamo riusciti a girare come dervisci in armonia, tra strapiombi e tetti, boulder dopo boulder; il clima s’è rasserenato sempre di più, le molte ore di lavoro sono evaporate, fuse come neve al sole, e la musica nei saloni è scivolata tra le nostre dita, come se fossimo burattini naviganti in un mare di prese.

Tornati a casa, infreddoliti, ci siamo goduti una doccia calda e una magnifica cena, anch’essa in risonanza con la natura e la ricerca di un equilibrio, grazie all’arte di Ele. Nella notte ho avuto molti incubi, derivati da persone che mi hanno fatto molto male in passato e mi s’è spezzato un dente a metà, giusto ora che devo tornare a immergermi sotto il ghiaccio…

Oggi è il 6 gennaio, giorno dell’Epifania, e sono di nuovo al lavoro. Quasi tutti i negozi sono chiusi, la gente non è desta e persino le urla dei tifosi di ieri si sono quietate. Ma un grido molto più forte è esploso dall’altro capo del globo. La Corea ha fatto strillare un’ordigno nucleare. Istantanee le reazioni… E mentre in non so quanti paesi del mondo la guerra urla, e nemmeno fra Iran e Arabia la tensione si stempera, io son qui fermo, un nessuno che insieme a miliardi di altri diventa qualcuno.

Nel marzo 2015 sarei dovuto partire per il Kurdistan per una spedizione alpinistica al servizio del turismo locale, ma non è stato possibile per via di una nuova guerra. Il mio amico Claudio mi raccontava di esservi già stato e di questa voglia di colori e festa, post recenti battaglie; era la stessa che aveva ritrovato nelle mie parole, quando nel libro “Dante” descrivevo la Resistenza dei miei zii, nel ’44. I suoi giovani amici ora sono al fronte e forse, non li rivedrà mai più; uomini di venti anni che mai son stati bambini, son nati così, completi ma mai interi, forse ora a pezzi.

Vorrei dire “non capisco cosa stia accadendo”… ma so che la realtà è ben altra. Siamo in quel momento della storia umana in cui “il bicchiere venne scosso” e si mischiarono i popoli, prima che l’acqua si adagiasse immobile e omogenea, un nuovo colore, misto delle precedenti tinte. Bastano quei 10.000 anni, molto meno di un soffio di vento per la storia del globo e tutto sarà quieto. Sempre che alla Terra non passi il raffreddore “umanità”, prima che essa impari a divenire una.

Corea, bomba atomica.

Il mio dente perde significato e non c’è fatina o topino che riportino ciò che l’ordigno ha distrutto. Non conta quasi alcunché di ciò che mi appartiene in questo momento, niente di me ha senso, né per il mondo né per me stesso, ma ciò non m’impedisce d’esser umano, nella sua accezione positiva, di far politica nell’unico modo nobile ch’io conosca.

Abbiamo provato a far raduni per donatori di sangue e a trovar nuovi amici disposti a stender un braccio, a cercar fondi per la lotta al tumore femminile e a far volontariato in migliaia di ore e decine di cause. Ad aiutare il Nepal e a testimoniare ciò che è accaduto. Qualcosa ha funzionato e qualcosa no, ma non ci siamo fermati. Partiamo dalla differenziata e andiamo sino al mangiar biologico e completo, senza sterminare piante o animali, in un equilibrio fra essi. Proseguiamo riqulificando il territorio e spingendo la cultura che genera equilibrio. Compriamo di qualità, dieci volte in meno, ma senza entrare in cineserie o in sistemi che devastano la natura o il futuro economico e lavorativo dei nostri figli. Facciamo durare le cose, non prendiamo l’ultimo derivato della scienza e della tecnica, il telefonino ultima moda: “l’orologio ecologico è quello che ho al polso, quando non lo cambio”. Cerchiamo di fare il nostro, pronti a cambiare idea quando sbagliamo, servendo la causa che ci sembra più evoluta. La verità non l’abbiamo in tasca, ma cerchiamo e cerchiamo ancora.

Eppure… Corea … Kaboom…

Suona esattamente come i commenti che sento fare sugli immigrati o la leggerezza con cui molti giovani prendono la vita, con il desiderio di “spaccarsi d’alcool” prima o dopo la discoteca, prima o dopo la partita.
Kaboom… Corea o qualsiasi altra parte del mondo.

Mi sento piccolo, ma non per questo mi arrenderò.
Bomba atomica? Ignavia… fottetevi.
Non sono piccolo. Da soli siam nessuno, insieme siamo tutti.
Sai che c’è? …pazienza ecco un’altra goccia. Io non mi arrendo.

Amici miei finalmente la neve è arrivata, significa ciaspole per alcuni e un orrore freddo per molti altri, per chi non ha una casa, per chi la notte, per ragioni raccapriccianti è finito per strada, non certamente, ma probabilmente oramai senza un sogno. Aiutiamo i nostri fratelli senza dimora. Aiutiamoci.

Stiamo raccogliendo i sacchi a pelo per i senzatetto, usati ma in buone condizioni. So che molte persone sono legate al proprio giaciglio, lo capisco personalmente, e proprio per questo per incentivarle regaliamo un 15% di sconto a chi voglia acquistarne uno nuovo. Questo genere di prodotto non entra in saldo e anche se si facesse uno sconto, non sarebbe comunque così alto. Il periodo è difficile, ma proviamo a fare il nostro. Collaboro con la Salewa di Genova che mi ha permesso di creare questa campagna. Mi date una mano? Rispondiamo così al suono del mondo.

Rispondiamo al rumore assordante… con la musica.

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Christian Roccati
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