22 marzo 2011, ore 21.00
Sede SOSAT
Via Malpaga 17 – Trento (TN)

Saranno protagonisti gli alpinisti della Sosat, che hanno partecipato a spedizioni extraeuropee in nome della Sezione Operaia della Sat o che abbiano avuto il patrocinio sosatino.
Si partirà del
1971, la spedizione del centenario della Sat alla quale parteciparono Remo Nicolini, Franco Pedrotti, Bruno Tabarelli Defatis e Carlo Marchiodi, della Sosat, assieme a Bepi Loss, Giorgio Salomon, Pierino Franceschini, Vincenzo Degasperi. Nella discesa dal Caraz, Loss e Marchiodi caddero. I compagni di spedizione li riportarono a casa. Salomon fece il film di quella spedizione e martedì quel film sarà proiettato alla Sosat. Al termine gli alpinisti ricorderanno i loro compagni.
Nel 1979 Sergio Speranza, nel corso di un trekking salì, con la guida alpina della Rendena Clemente Maffei, detto Gueret, una cima inviolata di 6000 metri dell’Himalaya, dedicandola alla Sosat e battezzandola Sosat Peak. Nel 1981 la Sosat diede il patrocinio ad una spedizione sulle Ande, al Nevado Contraierbas, alla quale presero parte numerosi soci della sezione. Nel 1999 la guida alpina Andrea Zanetti, portò il vessillo della Sosat in vetta alla Russian Tower, una vetta del Pamir. Per quella salita a Zanetti venne conferito il premio Paolo Consiglio del Club Alpino Italiano. Di tutte queste spedizioni saranno proiettate delle immagini commentate dagli alpinisti che vi presero parte.
La serata si concluderà con la proiezione del filmato di: “Sosat Nepal Expedition”, la spedizione dell’autunno scorso che ha aperto le celebrazioni per i 90 anni della Sosat e per gli 85 del suo Coro e nella quale è stato effettuato un trekking e sono state salite l’Island Peak e l’Ama Dablam. Con questa spedizione, definita una gita sociale in Himalaya la Sosat ha scritto un pagina importante nell’ alpinismo sociale aprendo una nuova strada per lo stesso. “Vogliamo – dice il presidente della Sosat Luciano Ferrari – con questo incontro rendere
omaggio agli alpinisti della nostra Sezione che hanno effettuato salite di un certo significato al di fuori dei confini dell’Europa nel e con il nome della Sosat. Nell’anno del nostro novantesimo compleanno e l’ottantacinquesimo del nostro Coro, ricordare alcuni momenti del nostro alpinismo sociale credo sia importante, anche per costruire il futuro e capire se si potranno fare le gite sociali in Himalaya o in altre parti del mondo”.

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