Tricolore e inno d’Italia.
Tutto in stile alpino. Anzi bergamasco. Lassù a quota 3.052 metri – il top delle Alpi Orobie – il pizzo Coca nella sua veste d’inizio inverno, giovedì, ha accolto una coppia di alpinisti inedita o quasi: Mario Merelli, himalaista di fama mondiale, e Paolo Valoti past president del CAI di Bergamo e consigliere ANA di Bergamo.
Sul tetto dello Orobie sono arrivati attorno alle 12,30, volendo anche un po’ tardino se si considera il livello dei due scalatori.
Ma alle spalle si erano lasciati la cima del pizzo Recastello (2.886 metri) con un concatenamento che, complessivamente, li ha visti impegnati, per oltre 19 ore filate.
Partenza da Valbondione alle 22 di mercoledì arrivo in vetta al Recastello verso le 4,30 di giovedì mattina lungo il suo canalino Nord, un classico delle salite su ghiaccio Orobie, e la seconda cima otto ore più tardi dopo aver superato il canalino est, nord-est del Coca.
Perché l’inno e il tricolore?
«Un modo per chiudere in bellezza il 150° anniversario dell’Unità d’Italia – spiega Valoti – assieme ad altre due importanti ricorrenze celebrate nel 2011: i 100 anni della Maglia Azzurra e i 90 anni della Sezione Ana di Bergamo. Così sulle croci di entrambe le vette, oltre alla bandiera italiana, abbiamo lasciato i gagliardetti di tutte e tre le associazioni. Ovvero: Comitato per le celebrazioni dell’Unità, Sezione Ana di Bergamo e Atleti Azzurri Olimpici d’Italia».
«Alle motivazioni ufficiali – aggiunge Mario Merelli – si sommano quelle legate alla frequentazione della montagna e in particolare delle belle Orobie. Che offrono sempre qualcosa di speciale. Anche quando la neve si fa desiderare. Basta un po’ di fantasia e il divertimento è assicurato. Quando ci capiterà nuovamente di poter concatenare il Recastello e il Coca il 28 e 29 dicembre con queste condizioni? È stato bellissimo e di grande soddisfazione».
Un’ascensione simbolica che chiude un anno davvero speciale.
La combinazione delle tre diverse ricorrenze, ma soprattutto un gemellaggio che rinnova il legame tra Unità d’Italia e la terra bergamasca, hanno offerto un momento di grande visibilità alle montagne orobiche.
In particolare lo scorso 8 luglio, quando, per celebrare l’importante ricorrenza, il sodalizio Cai bergamasco aveva organizzato l’ascensione di 150 cime delle Prealpi e Alpi nello stesso giorno.
A Merelli, con un giorno di anticipo,
era toccato il Pegherolo, mentre Paolo Valoti si era speso, come al solito con grande generosità, concatenando le cosiddette Dolomiti scalvine: 18 vette tra la Corna delle Pale e la Cima di Baione.
Nei giorni scorsi è stata la volta dei giganti delle Orobie e, siccome, l’appetito vien mangiando non è detto che sia finita qui.
«Vedremo – dicono i due alpinisti lasciando intendere qualche nuovo progetto orobico – intanto vorremmo dedicare questo concatenamento anche all’ultimo bimbo che nascerà nel 2011 a Bergamo, la Città dei Mille. Ci auguriamo che sia di buon auspicio per tutti in un momento non certo semplice, ma comunque da affrontare uniti in cordata e con lo spirito con cui lo affrontarono quanti parteciparono alle grandi imprese risorgimentali».
(Fonte: Emanuele Falchetti – L’ECO DI BERGAMO VENERDÌ 30 DICEMBRE 2011)
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