Questa mattina mi sono alzato, presto come al solito certo, ma meno di molte altre volte. Ho tolto la brina quasi congelata dall’auto, ho pulito la cenere del camino e rassettato un poco la cucina, son partito. A metà del viaggio mi son goduto una bella alba, appena il sole è spuntato tra le montagne. Un inizio piacevole come altri, prima della dura giornata di lavoro, eppure non proprio come sempre.
È stata pubblicata e diffusa proprio in questi giorni, sul numero di agosto di Alpinismo Triestino, una recensione lusinghiera del libro “Dante“.
[singlepic id=23 w=320 h=240 float=center]L’ho potuta leggere solo da poco e mi è bastato per iniziare bene. Questo volume ha vantato molte discussioni e recensioni anche di notevole valore come ad esempio quella di Filippo Zolezzi, papà di Alpinia.net, ed accademico del GISM.
Ed allora qual è la novità? Forse che quest’ultima analisi è stata composta dal leggendario Spiro Dalla Porta Xydias. Generalmente non condivido con le altre persone questo genere di riflessioni, ma, non so perché, questa volta è diverso. Spiro è un mito vivente, “l’ultimo dei romantici”, e pensare che un mio volume sia presentato, consigliato e valutato molto positivamente, da una persona del suo calibro e del sui genere, mi imbarazza quasi.. Per altro nella rubrica ci sono solo due libri e l’altro è di un “certo” Messner…
Si è trattato di un momento davvero sereno per me, in questo turbine infinito di impegni soffocanti, vista l’importanza del recensore ed il focus sul libro che considero sicuramente la mia opera migliore fino ad oggi. Ancora di più visto che il volume parla di mio prozio, Dante Conchatre, un titano fra i classici, alle sue latitudini.
(Per info sul libro “Dante”: www.christian-roccati.com/dante.php )
Christian Roccati
www.christian-roccati.com
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