Sono partiti oggi, 7 maggio, i componenti di “Denali VentiTredici”, la spedizione che nelle prossime settimane punta a raggiungere i 6.194 metri della cima più alta del Nord America, il monte McKinley (6194 m).
Ma non si tratterà di una spedizione ordinaria. Per Luca Colli (43 anni, personal trainer di Vigevano), sarà infatti la quinta tappa di un percorso da record. Con il McKinley – o, in lingua locale, Denali -, Colli salirà sul quinto scalino del progetto “Running7Summits”: quinta delle sette cime più alte del mondo, tutte raggiunte in velocità e interamente a piedi, dal campo base alla cima senza l’uso di sci.
Nel curriculum di Colli compaiono infatti l’Elbrus in Europa, il Kilimanjaro in Africa, il Kosciuszko in Australia e l’Aconcagua in Sudamerica. All’appello, una volta messo nel cassetto anche il Denali, mancheranno il Vinson, in Antartide, e l’Everest, in Himalaya. Colli, negli ultimi mesi, ha messo a punto un intenso allenamento (in parte in palestra, in parte nella sua “seconda casa”, il Monte Rosa) che gli ha consentito di unire lavoro di potenza a quello di resistenza. Sulla scorta di questo patrimonio, tenterà di salire l’importante vetta in stile alpino e senza ausilio di sci, applicando per il tratto maggiore possibile la tecnica di salita del nordic walking (fondata sul solo uso di un paio di bastoncini).
Con Colli, a tentare l’impresa ci sarà anche una giovane promessa dell’alpinismo valsesiano Andrea Degasparis, 32 anni, guida alpina di Alagna Valsesia, accompagnerà il personal trainer di Vigevano nella sua salita. L’apporto logistico sarà offerto dagli altri due membri della spedizione: Michele “Lungo” Cucchi, 42 anni, guida alpina di Alagna, e Matteo Ferro, 38 anni, anch’egli valsesiano.
I quattro, nei primi giorni, saranno impegnati nell’installazione dei campi 1 e 2 (campo base a quota 2.200 metri; campo 1 a 3.300; campo 2 a 4.200 metri), quindi raggiungeranno tutti insieme la vetta. Poi Cucchi e Ferro si fermeranno, in discesa, a campo 2, dove attenderanno il ritorno di Colli e Degasparis, che nel frattempo torneranno al Campo base e risaliranno in velocità. Tutti insieme, poi, ripercorreranno il percorso da campo 2 alla vetta. Obiettivo del potenziale record: salire da Campo base alla cima in 24/36 ore.
Molte le variabili in gioco. Prima tra tutte, il clima, che potrebbe influenzare l’andamento della spedizione soprattutto qualora dovesse imporre le tipiche severe temperature del Denali (che possono toccare anche i -30 gradi). Da ciò dipenderà la possibilità, per Colli e Degasparis, di salire in massima velocità, con equipaggiamento leggero, oppure di doversi caricare della tuta da alta quota, rallentando così la progressione.
Dettagli tecnici
Il Mount Denali-Mckinley – In lingua Athabasca, una delle popolazioni native dell’Alaska, Denali significa “il più alto”. La montagna è famosa per essere la più fredda del mondo. Temperature artiche esaltate dall’effetto del windchill, amplissimi crepacci scavalcati da ponti di neve inconsistente e meteo prevalentemente sfavorevole, costituiscono gli ostacoli principali contro i quali occorre combattere per raggiungere la cima. Sulla montagna non esistono rifugi o altre strutture che possano agevolare la salita, salvo una tenda medica gestita dai ranger alla quota di 4200 m. la salita deve perciò avvenire in completa autonomia.
Nell’ambito del progetto “Running7Summit”, che Luca Colli sta portando avanti da quattro anni, l’obiettivo è stabilire il record mondiale di velocità in salita a piedi (senza l’ausilio degli sci) dal campo base alla vetta. Luca Colli, in particolare, intende essere il primo alpinista al mondo ad aver salito tutte le Seven Summits in velocità dal campo base alla vetta, evitando i campi intermedi. Al momento esistono due record stabiliti da Chad Kellog, che però ha utilizzato gli sci, e Gary Scott. Sulla salita di Scott non esiste documentazione sull’utilizzo degli sci o meno, ma i Ranger pensano che li abbia usati.
La via di salita al Denali-McKinley. La West Buttress, o Sperone ovest, conta il 92% sul totale delle ripetizioni annue al Denali, non presentando difficoltà tecniche ad eccezione della quota e pendii a più di 55°. Anche così, la lunghezza del percorso, la necessità di una prolungata autonomia, l’alta probabilità di abbondanti nevicate, il freddo, i buchi nascosti e il whiteout rendono la salita estremamente dura. Sul Denali, venti sino a 130 km/h in presenza di temperature di -30°C non sono infrequenti, anche d’estate, e non lasciano scampo.
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