L’arrivo stremato di Petter Northug e il pianto liberatorio che per minuti infiniti si è concesso sulla neve è l’immagine emozionante del neo campione del mondo della 15 km di ieri.
Il diavolo rosso dal pettorale n. 89 parte subito forte facendosi notare sin dal primo intertempo a 1,8 km, indizio di quale sarebbe stato il finale: Northug ottiene il miglior tempo anche al km 9,4 e ancora al km 11,8. Un oro che ha voluto dall’inizio alla fine, una medaglia che manco lui si aspettava dalle dichiarazioni dei giorni scorsi. Alle sue spalle lo svedese Johan Olsson, baciato dalla fortuna forse di avere una tifosa speciale come la principessa Victoria di Svezia presente con giacca a vento del Team Sweden e bandierina in mano, un argento conquistato con “intelligenza” riuscendo a sfruttare la scia di Dario Cologna al km 5 e sgasando poi nella seconda metà di gara.
Ed è l’elvetico, se vogliamo, la sorpresa (in negativo) del giorno: Cologna, il neo campione del mondo di skiathlon, il “Diabolik” degli sci stretti si è perso nel bianco della neve fiemmese e pare non ingranare sin dai primi due chilometri dove segna l’ottavo tempo. Recupera (terzo tempo per lui al km 9,4) ma perde poi secondi su secondi nei successivi chilometri. Alla fine un ottavo posto che davvero nessuno si aspettava.
La medaglia di bronzo invece racchiude una storia come solo nello sport può capitare: Tord Asle Gjerdalen non era incluso nella starting list, in quanto riserva della squadra norvegese. Ma si sa, le occasioni arrivano improvvise e vanno colte al volo. Così succede che, causa mal di gola, il prescelto Martin Johnsrud Sundby (argento nello skiathlon sabato scorso, nonché bronzo a Oslo 2011) debba essere sostituito e Gjerdalen si ritrovi al cancelletto di partenza. Una chance mondiale, una chance da non perdere: partito senza troppo smalto segnando il ventesimo tempo al primo intermedio, mette fuoco agli sci e si porta quarto al km 9,4 e terzo poi al km 11,8 in una gara che è un crescendo di adrenalina, che culmina poi nel rettilineo finale che fa scoppiare nuovamente il pubblico norvegese in un boato di gioia. Norvegia, Svezia, Norvegia. Dietro l’abisso, perché la quarta posizione di Ivan Babikov (CAN) arriva 53”6 dopo Re Northug, e così via fino a Cologna a 1’21”1 dal primo. E il così via include anche i colori della bandiera italiana.
La partenza del primo azzurro in gara farebbe ben sperare visto che è proprio in quel momento, dopo che il cielo era stato grigio sin dal mattino, che i raggi del sole illuminano Lago di Tesero. Thomas Moriggl invece pare dissolversi nei 10°C di ieri: “La gara è andata così così. È stato difficile trovare il ritmo di gara, sono andato veloce il primo giro poi ho rallentato un po’. Ci ho provato ma è andata male, è stato un vero peccato. Ho deciso di dare il massimo subito, perché se perdi già al primo giro non recuperi più. Nei 15 km non faccio tattiche perché di solito parto lento ma questa gara è andata così”.
David Hofer è il migliore degli azzurri, in una gara dove sono i distacchi dai primi ad essere preoccupanti: “Ho avuto buonissimi materiali. Ho fatto una gara regolare e sono soddisfatto del 13° posto, anche se preoccupa il distacco rispetto ai primi che, però, potrebbe essere la conseguenza della nevicata di stanotte. Ora bisogna analizzare la gara e i singoli intertempi. Facendo riferimento solo a me stesso, vedo ogni anno che miglioro un pochino, quindi sto lavorando bene. Siamo molto motivati e pronti a giocarci la staffetta; spero che la neve sia più veloce e compatta”.
L’uomo di punta era in realtà Roland Clara (21°) che ha provato a dare tutto ciò che poteva optando per il classico “o la va o la spacca”: “Fino al settimo km potevo rimanere tra i primi, poi ho dovuto rallentare perché le gambe erano dure e volevo fare bene la parte finale, ma se avessi rallentato avrei comunque perso le prime posizioni. Sono esploso all’inizio dell’ultimo giro. Almeno ci ho provato, è andata male, speriamo che la prossima volta vada meglio. Nonostante il momento, ci sentiamo più che competitivi nella staffetta e siamo pronti a sfruttare gli eventuali errori altrui”.
Ultimo alfiere azzurro presente Fabio Clementi (32°), alla prima esperienza mondiale (classe 1990) un po’ tra l’affranto e il soddisfatto per la sua prova dove ha pagato lo sprint iniziale: “Davvero un buon esordio, sono partito molto veloce e ho fatto il possibile fino alla fine. Al terzo giro ho cominciato ad avvertire fatica soprattutto nelle ultime salite. I 15 km sono duri però è stato un buon risultato in questo primo mondiale, ma bisogna crederci fino in fondo. Mi sono divertito e sono soddisfatto di questa esperienza. Avevo buonissimi materiali, ho usato gli sci di Roland (Clara, ndr). Dovevo solo tenere duro fino alla fine, ma non ci sono riuscito”.
Vedremo che succederà nella staffetta in programma venerdì. Il morale è alto, la voglia di rifarsi c’è. Un claim pubblicitario recitava che “sono le condizioni peggiori a rendere le cose straordinarie”: l’Italia può ancora regalarci emozioni. Basta crederci. Forza azzurri!
Info: www.fiemme2013.com
Men 15 KM Free
1 NORTHUG Petter jr. NOR 34:37.1; 2 OLSSON Johan SWE 34:48.9; 3 GJERDALEN Tord Asle NOR 34:59.4; 4 BABIKOV Ivan CAN 35:30.7; 5 ROETHE Sjur NOR 35:40.1; 6 HALFVARSSON Calle SWE 35:46.6; 7 REHEMAA Aivar EST 35:49.5; 8 COLOGNA Dario SUI 35:58.2; 9 TEICHMANN Axel GER 36:02.8; 10 RICHARDSSON Daniel SWE 36:03.9
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