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23 Ottobre 2008

Memorie · Mountain Book · Racconti · Senza categoria

FORMAGGIO DA LEGGERE

Un'opera di DunioAvevo raggiunto il Rifugio al Popèra “Olivo Sala”, quello che oggi è una specola solitaria in attesa di ristrutturazione definitiva. Avevo 8 anni e vi ero giunto salendo da Selvapiana, solo. Nulla di particolare, ma otto anni sono otto anni e di norma, a quell’età, non si va in giro per i monti in compagnia del vento.

Entrai guardingo nel piccolo rifugio, incuriosito. Leo, il custode, mi accolse come un figlio.
Appesa alla parete c’era una bella foto entro una cornice di rami intrecciati di pino mugo. Una ragnatela sfiorava il quadro e un grosso ragno scendeva a corda doppia lungo il suo filo. Mi avvicinai a quella foto col naso all’insù, quasi volessi carpire il fascino che emanava. Il personaggio ritratto, distinto e un po’ triste, teneva in mano un libro. Lessi il titolo. Era una guida alle vie di arrampicata. L’autore era un pezzo da novanta. Presi nota mentalmente e dopo una giornata passata a sfiorare con la fantasia le pareti attorno, me ne tornai in paese prima che la mamma si mettesse in agitazione.

Poco tempo dopo accompagnai mio padre fino a Belluno; un viaggio allucinante per un piccolo mai uscito dal paese. Ci andammo in corriera, di quelle con il muso da talpa, un catorcio fumante e puzzolente di nafta. Un viaggio dal passato al futuro, dalla terra battuta all’asfalto, dal villaggio montano alla città.

In una viuzza del capoluogo, raggiunto dopo ore di calvario attraverso tutta la Val del Piave, vidi un ometto nascosto nella penombra. Vendeva carabattole e anche un libro di avventure alpine uscito qualche anno prima, probabilmente rubato. Diedi una Cima Undicisbirciata. Narrava di scalate e di escursioni, di sole, di rocce, di libertà, di vita!
Più che un libro era un breviario ad uso degli appassionati di montagna. All’interno c’era una foto, probabilmente un segnalibro che mi fece trasalire, quasi uguale a quella che stava appesa su al rifugio. Sì! era proprio quell’uomo, il forte alpinista distinto e un po’ triste. Quel libro era dedicato a lui.

«Se ti interessa, costa quanto un chilo di formaggio!» disse il venditore di carabattole “sentendo”, più che vedendo, i quattro pezzi di formaggio da un chilo ciascuno che tenevo entro una borsa di tela. Erano i regali che mio padre intendeva fare agli inquilini della sua casa in centro – fra i quali un famoso musicista – forse per sollecitare il pagamento del misero affitto.
C’era molta povertà in quegli anni e il formaggio era prezioso! Pensai: «Gli omaggi da fare sono tre, i pezzi di formaggio sono quattro; quattro meno tre uguale a uno; il papà non si accorgerà se questo “uno” dovesse sparire.»

E infatti sparì! Barattai il quarto chilo di formaggio con il libro.
A casa, nel tinello che profumava di legno, seppure con un po’ di difficoltà, lessi tutto d’un fiato quel libro di splendide umane avventure e mi innamorai del cosmo straordinario e flessibile, piacevole e illuminante, bello e avvincente che è il libro di montagna.

Post Scriptum:
L’“impagabile santuario della montagna” era il Rifugio “Olivo Sala”.Emilio Comici
Il libro-guida del 1924 era Il Comelico ed il Gruppo del Popera di Bruno Castiglioni e compagni.
La “corona rocciosa che cingeva il solenne anfiteatro” era, ed è, quella meraviglia della natura a forma di gigantesco ferro di cavallo che abbraccia il vallone racchiuso fra la Croda Rossa e la Cima Undici.
Il gestore del rifugio si chiamava Rìbul Alfier Dante Galileo, detto Leo.
Il ragno artista, pura razza dolomitica, era uno dei pochi non costretto a emigrare.
L’uomo nella foto era il grande alpinista Emilio Comici.
Le mani dure reggevano con tenerezza il libro Le Dolomiti Orientali di Antonio Berti.
La corriera dal muso di talpa era del tipo in voga in quegli anni e chi la seguiva si affumicava come uno speck tirolese.
La città dove ero sceso con il padre per acquisti e visite era Belluno.
Nella casa di proprietà del padre in via Garibaldi abitava il musicista Rota.
La viuzza dove un uomo vendeva carabattole era via Mezzaterra.
Il libro scambiato con un chilo di formaggio era Arrampicate libere nelle Dolomiti di Severino Casara, uscito nel 1944.
Il formaggio era un’opera della Latteria Turnaria del mio paese, profumato quel tanto da tener lontani i curiosi…

Italo Zandonella Callegher