(Prima parte)…L’edizione del 1952 fu subito successo. Parteciparono sette nazioni con 39 film. Il celebre ed eclettico Samivel strappò la corona del vincitore con il suo fantastico Cimes et Merveilles. Nel 2008 i film giunti a Trento furono 325 da ogni angolo del mondo. Da allora il TrentoFilmfestival (denominazione e logo recenti) ha ricevuto la bellezza di circa 7000 filmati. La sua cineteca è ricca di circa 2600 titoli, molti dei quali (se forniti di liberatoria), possono essere prestati alle Sezioni Cai o a Enti pubblici e privati per le loro serate (a fronte di un modesto contributo spese).
Alla sua guida si sono succeduti finora 17 presidenti (Costa, Biondo, Franceschini, Belli, Morghen, Benedetti, Chabod, Spagnolli, Zecchinelli, Tononi, Priotto, Goio, Bramanti, Sottile, Visintainer, Zandonella – che ha il record della più lunga presidenza: 6 anni – quindi Bonapace dal novembre 2008). Da Spagnolli in poi (cioè dal 1970 e fino al 2002) i Presidenti si sono alternati alla guida del Festival (un anno un uomo del Cai, l’anno dopo uno del Comune di Trento). Quindi ci sono stati: 3 segretari-direttori (Rossaro, Preve Ceccon, Grassi), 4 direttori (Grassi, Zanotto, Bozza, Cembran), 1 direttore unico (Cassarà), 2 direttori organizzativi (Bombarda, Golin), 2 direttori artistici (Biamonti nel 1987 e Nichetti dal 2005). Esclusi i primi tre anni e nel 2002 i vice Presidente (due dal 1959 al 1967; uno negli altri anni) hanno affiancato il Presidente.
Nel 1972 il Festival non venne effettuato perché si passò dalla realizzazione autunnale a quella primaverile.
Lo squadrone si allarga ancora se si considera la partecipazione, diluita negli anni, di circa 480 Consiglieri e 118 Revisori dei Conti (nessuno fino al 1954, addirittura 5 nel 1955, uno solo nel 1977-78, nessuno dal 1979 al 1983, poi di norma 3). Quindi, dal 1954 ad oggi, uno stuolo di preziosi Collaboratori (alcuni dei quali passati alla storia per l’intraprendenza, la professionalità e la capacità organizzativa ed artistica) fra cui: responsabili e addette alla Segreteria, amministratori, tecnici, vari responsabili di settore, numerosi giornalisti passati per l’Ufficio Stampa, 265 esperti della Commissione di Selezione, 133 membri della Giuria Internazionale con nomi, tanto per fare un esempio, del calibro di Dino Buzzati, Giulio Cesare Castello, Fernaldo Di Giammatteo, Maurice Herzog, Marcel Ichac, Fosco Maraini, Giuseppe Mazzotti, Ermanno Olmi, Samivel, Christophe Profit, Patrick Berhault, Bruno Bozzetto, Claudio G. Fava, Stefan Glowacz, Toni Hiebeler, Kurt Diemberger, Maurizio Nichetti, Maurizio Zaccaro, Siba Shakib… e tanti altri professionisti entusiasti del Festival.
Molti pensano che Montagnalibri, fiore all’occhiello del TrentoFilmfestival, la più grande rassegna mondiale di libri di montagna, sia nata verso la fine degli anni Ottanta del Novecento. In realtà la si organizzò la prima volta già nel 1956 in grande stile con la presenza di 99 case editrici da 11 nazioni con 675 volumi. Un successone per essere una novità assoluta. Una primogenitura di tutte le manifestazioni del genere in Italia e nel mondo. Purtroppo dopo qualche edizione la mostra cessò per limiti di budget e riprese con maggior successo soltanto nel 1987. Nel 2006 sono giunte 815 novità editoriali e 110 periodici, presentati da 390 editori provenienti da 27 paesi. Gli “Incontri con l’Autore” sono sempre stati momenti di grande spessore e curiosità..
Infine le Mostre. Memorabili quelle dedicate all’Everest, al K2, ai Poli, ma non si possono dimenticare quelle con la partecipazione di pittori, scultori, fotografi, viaggiatori, ecc., o allestite a memoria di illustri personaggi della cultura alpina o ai mille temi che, via via nel tempo, hanno riempito le sale della città. Un cenno particolare meritano le indimenticabili tavole rotonde, organizzate per lo più in collaborazione con il Club Alpino Accademico Italiano, una ventina delle quali raccolte in preziosi Atti. Le rinomate e sempre attraenti “Retrospettive” hanno arricchito non di poco le varie edizioni.
Un’ultima nota: nel corso degli anni sono “passati” per il Festival i più bei nomi dell’alpinismo e della cultura alpina; impossibile elencarli tutti se non ricordare almeno alcuni “uomini degli Ottomila”: Herzog e Lachenal dell’Annapurna; Tenzing e Hillary dell’Everest; Bhul del Nanga Parbat; Lacedelli e Compagnoni del K2; Tichy del Cho Oyu; Terray e Couzy del Makalu; Diemberger del Broad Peak e del Dhaulagiri. Poi gli uomini del Gasherbrum IV, il quasi 8000 che la spedizione del Cai conquistò nel 1958 (con Cassin capo spedizione e Bonatti e Mauri in vetta). La spedizione fu ricevuta in pompa magna alla Stazione Ferroviaria di Trento e accompagnati da due ali di folla festante fino al Teatro Sociale con una grande fiaccolata.
Nella serata del 9 ottobre 1959 (allora la manifestazione era autunnale) il Festival commemorò solennemente la conquista del Cerro Torre – non erano ancora scoppiate le ben note polemiche – presente Cesare Maestri e la Madre di Toni Egger alla quale venne consegnato un trofeo in ricordo del figlio tragicamente perito durante la discesa dall’ “urlo di pietra”.
Non sono riusciti a sottrarsi a Trento una moltitudine di piccoli, medi, grandi e grandissimi alpinisti e poi personaggi di varia cultura, attori e attrici, arrampicatori, esploratori e uomini che hanno fatto dell’avventura il loro pane quotidiano. Alcuni mitici personaggi (Eric Abram, Riccardo Cassin, Bruno Detassis, Kurt Diemberger, Sergio Martini, Chris Bonington) sono diventati Soci Onorari del Festival. Idee, novità, creatività, ad onor del vero, non sono mai mancate alle “squadre” del passato, ma sono state ampliate e migliorate negli ultimi anni sotto la direzione artistica dell’attore e regista milanese Maurizio Nichetti.