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15 Luglio 2011

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IL NUOVO BIVACCO GERVASUTTI Presentazione a Courmayeur, sabato 23 luglio 2011

Il 23 luglio sarà presentato a Courmayeur il nuovo e ipertecnologico bivacco dedicato all’eroe delle Grandes Jorasses, Giusto Gervasutti.

Il nuovo rifugio Gervasutti e l’alpinista che gli dà il nome saranno celebrati sabato 23 luglio alle 21,15: al Jardin de l’Ange andrà in scena Ore indelebili nei nostri ricordi, lo spettacolo organizzato da Cai Torino e Sucai, condotto da Marco Albino Ferrari, direttore di Meridiani Montagne.

Il bivacco Gervasutti è da anni uno dei segni della passione dell’uomo per la vetta. E’ una delle tracce dei tentativi fatti per conquistarla, dei grandi piccoli passi per strappare all’ignoto metri e metri delle grandi cime. Ora, il luogo dei ricordi di molti alpinisti, da struttura di legno e lamiera con fuochi e materassini, sta diventando una sorta di capsula del tempo, una scocca di metallo ultratecnologica che sporgerà dalla roccia del ghiacciaio Fréboudze del Monte Bianco.

Proprio questi due aspetti del vivere la montagna, la spinta epica e la ricerca di nuove tecnologie sempre più sofisticate, caratterizzeranno la serata del 23 luglio. Marco Albino Ferrari racconterà la figura di Gervasutti con l’aiuto di alcune immagini di un filmato storico. Ad aiutarlo nella ricostruzione ci saranno un musicista insieme ad un attore che leggerà frammenti del diario dell’alpinista, in particolare la lunga riflessione scritta la sera prima d’intraprendere la scalata alle Grandes Jorasses. Dopodiché salirà sul palco uno dei progettisti che illustrerà le rivoluzionarie caratteristiche tecniche del nuovo rifugio.

Il bivacco del futuro, recentemente ricostruito e già modello pilota per altri siti ipertecnologici ed ecosostenibili, prima di trovare a metà settembre la sua allocazione definitiva nel Ghiacciaio del Fréboudze, sarà visitabile dall’11 al 22 agosto in piazza Brocherel a Courmayeur.

La storia di Giusto Gervasutti e del bivacco a lui dedicato

La vicenda di Gervasutti è una delle più epiche dell’alpinismo. Fu il primo a raggiungere l’allora inviolato sesto grado di difficoltà. Nel 1942, infatti, Giusto Gervasutti e Giuseppe Gagliardone superarono con un’arrampicata libera tra le più difficili del tempo, la parete Est delle Grandes Jorasses che sovrasta la Val Ferret. L’impresa divenne un simbolo per gli alpinisti, tanto che nel 1948 una Sottosezione del Sucai realizzò una capanna dedicata proprio al fortissimo alpinista torinese, a 2835 metri d’altezza nelle Grandes Jorasses, in ricordo della storica ascensione. La prima costruzione venne realizzata interamente in legno poi, a seguito di alcuni danneggiamenti, venne completamente ricostruita nel 1961 su un piccolo isolotto roccioso che emerge dal ghiacciaio. Dentro lo stretto indispensabile: una buona dotazione di materassini e forno a batteria, ma non l’acqua corrente.

Oggi, a 40 anni dall’ultimo rifacimento e in occasione dei 60 anni della fondazione della Scuola Nazionale di Scialpinismo, la Sottosezione Sucai e il Cai Torino hanno deciso di realizzare una nuova struttura in sostituzione di quella esistente. Un ennesimo omaggio a Giusto Gervasutti e ai tanti alpinisti che superarono i limiti allora conosciuti. Anche il bivacco è, come allora lo fu l’impresa dell’arrampicatore torinese, una sfida lanciata al futuro. Il primo di una generazione di rifugi ecosostenibili, alimentati con pannelli fotovoltaici e a impatto ambientale ridotto. Il nuovo Gervasutti è realizzato con una scocca modulare in sandwich composito, è diviso in quattro ambienti (ingresso, locale per il pranzo, due camerate da 12 posti letto) per un totale di trenta metri quadri di 1.980 chili di peso. È stato concepito per essere costruito interamente a valle, elitrasportato e installato con minime operazioni in loco. Frutto di sofisticate conoscenze nautiche ed aeronautiche, è fatto per resistere maggiormente alle condizioni dell’alta quota. Al suo interno è inoltre attivo un sistema dedicato di autodiagnosi e di rilevamento di dati ambientali interni ed esterni e di un punto di chiamata di soccorso.

La struttura è stata ideata dagli architetti Luca Gentilcore e Stefano Testa e fa parte del progetto Leap (Living ecological alpine pod) il cui scopo è appunto quello di realizzare bivacchi modulari ed ecosostenibili per tutto l’arco alpino.

Per maggiori informazioni: www.sucai.it

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