Dopo la première allo scorso festival di Toronto e la prima europea alla recente Berlinale, sarà la 59esima edizione del TrentoFilmfestival a ospitare l’anteprima italiana di Cave of Forgotten Dreams (La grotta dei sogni dimenticati), il nuovo documentario del maestro tedesco Werner Herzog, che grazie alla tecnologia 3D ha catturato, moltiplicandone lo straordinario fascino, le immagini pittoriche più antiche dell’umanità nel loro ambiente naturale, la grotta Chauvet-Pont-d’Arc nel sud della Francia, dove si stima vennero realizzate più di trentamila anni fa.
L’annuncio è stato dato mercoledì sera a Roma in occasione della presentazione di TrentoFilmfestival in Parlamento, organizzata alla Camera dei Deputati con il Gruppo Parlamentare Amici della Montagna.
“Una volta vista la grotta con i tuoi occhi – spiega Herzog – ti rendi conto che non può che essere filmata in 3D. Non ho mai usato questa tecnologia nei 58 film che ho girato in precedenza e non intendo utilizzarla in futuro, ma era necessaria per catturare le intenzioni di chi ha realizzato quelle pitture.”
Herzog ha ottenuto dal Ministero della Cultura francese l’eccezionale permesso di filmare solo per alcune ore al giorno, per pochi giorni in tutto, all’interno della grotta Chauvet, altrimenti rigorosamente chiusa ai visitatori per preservarne le condizioni uniche. In compagnia di geologi, archeologi, storici dell’arte e studiosi della preistoria, Herzog è sceso nelle profondità della terra e del tempo, con una troupe ridotta all’osso e alla luce di lampade speciali. Quel che ha avuto la fortuna di vedere con i suoi occhi, e che svela a quelli dello spettatore, sono immagini di una modernità e stile che lasciano tuttora allibiti gli specialisti, e che le parole e il commento musicale scelti dal regista tedesco trasformano nell’ennesima visione trascendentale della sua filmografia.
Per Sergio Fant, nuovo coordinatore del programma cinematografico del TrentoFilmfestival: “La prima italiana di Cave of Forgotten Dreams, ottenuta con il consenso dello stesso Herzog che ha approvato la proiezione a Trento tra le tante richieste, sarà il modo migliore non solo per calarci, è il caso di dirlo, nel programma di questa 59esima edizione, ma anche per guardare al futuro del festival (e del cinema, visto l’uso straordinario del 3D) accompagnati da un maestro che con i suoi film, così spesso estaticamente attratti dalle inquiete meraviglie della natura e della montagna, resta una figura di riferimento per il TrentoFilmfestival alla vigilia del suo 60° anniversario“.
Dopo l’apertura ufficiale del festival venerdì 29 aprile all’Auditorium Santa Chiara, con la proiezione del classico muto Der Grosse Sprung, film del 1927 del regista tedesco Arnold Fanck e le musiche inedite di Giovanni Bonato eseguite dal violoncellista Mario Brunello accompagnato dal celebre Coro della SAT, Cave of Forgotten Dreams sarà l’evento speciale che sabato 30 inaugurerà l’intensa settimana di proiezioni al Cinema Modena, le cui 3 sale ospiteranno fino a domenica 8 maggio sia il Concorso Internazionale, tradizionalmente concentrato sul documentario e il cortometraggio, che le sezioni parallele del festival: quelle confermate come “Terre alte”, “Alp&Ism”, “Eurorama” e la selezione di lungometraggi di fiction, oltre a quelle introdotte in questa edizione come “Destinazione Finlandia” (programma dedicato a un paese, regione o cultura, all’esordio con un focus sulla Finlandia) e “Orizzonti vicini” (con i film realizzati in Trentino Alto-Adige o da autori nati o attivi in regione).
Tags: Cave of Forgotten Dreams, Cinema, experience, film, speleologia, Trento, TrentoFestival, Werner Herzog