Corre veloce la vita dei blog, ed è quindi tempo di passare ad un nuovo sondaggio, dopo il primo sull’utilizzo dei fuoristrada sui sentieri: non certo perchè questo argomento non sia più di attualità!.. Il tema è servito anzi da spunto per un intenso dibattito che ha riguardato, oltre che i mezzi fuoristrada a motore, la pratica del mountain bike, e anche se il sondaggio va in archivio i commenti all’articolo rimangono aperti e possono quindi continuare (i risultati del sondaggio rimangono visibili alla voce Archivio sondaggi); con l’unica raccomandazione – già fatta più volte! – che i toni accesi non cedano ad un linguaggio provocatorio, ingiurioso od offensivo nei confronti di altri e di opinioni altrui: il valore di questo spazio di confronto sta proprio nella capacità di rispettarlo.
Il secondo sondaggio proposto da Mountain Blog prende spunto dal provvedimento preso dalla Regione Valle d’Aosta lo scorso luglio, che prevede il pagamento dell’intero costo di un intervento di soccorso in montagna nel caso di chiamate “totalmente immotivate”, mentre è prevista una compartecipazione alla spesa “nel caso di prestazioni rese a favore di soggetti in grave pericolo per ambiente ostile per i quali l’equipaggio di soccorso abbia ritenuto inappropriato l’intervento a mezzo di elicottero”. Tutto questo quando, a detta del Responsabile del Soccorso alpino valdostano, “solo nell’estate 2005, tra luglio e agosto, sono stati compiuti 200 interventi il cui 40% non erano motivati”. (fonte ANSA)
Che cosa ne pensano i lettori di Moutain Blog? Il soccorso alpino dovrebbe essere sempre e comunque gratuito? oppure devono essere valutate le condizioni in cui avviene una chiamata di soccorso, tra cui ad esempio l’adeguata preparazione fisica o dotazione in termini di attrezzatura da parte di chi richiede l’intervento? Votare è facile – si sceglie la risposta e si clicca sul bottone “vota“, sulla barra laterale – ma essendo comunque il sondaggio una semplificazione della questione, tutti sono invitati a dire la loro lasciando un commento.
Il sondaggio rimarrà on line fino al prossimo 8 ottobre 2006.
Nel frattempo, pensiamo di fare cosa utile allegando di seguito il decalogo per la sicurezza in montagna recentemente approntato dalla Provincia Autonoma di Bolzano in collaborazione con AVS e CAI.
Scarica il documento delle 10 regole della sicurezza in montagna (formatoPDF) >
(fonte: Provincia Autonoma di Bolzano)
Approfondimenti:
Il sito del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico (CNSAS) >
Ritengo sia doveroso far pagare a coloro che per i quali sia accertata (da parte della squadra di soccorso)l’impreparazione o l’equipaggiamento inadeguato.
Inoltre penso debbano essere salvaguardati in qualche modo i soci CAI, che si accollano in parte il mantenimento delsoccoroso alpino.
Pienamente d’accordo con Rinaldo. Però, poiché “prevenire è meglio che curare” occorrerebbe dare idonea pubblicità al carattere “sanzionatorio” del soccorso agli incapaci/imprudenti/sprovveduti/ecc.
Temo comunque che si aprirebbero contenzioni infiniti, in cui prima o poi entreranno anche le assicurazioni …. Probabilmente la questione non è così semplice.
L’intervento del Soccorso Alpino dovrebbe essere pagato se richiesto a causa di negligenze dell’escursionista o alpinista.
Sono assolutamente d’accordo che i soci del CAI, che sostentano il Soccorso Alpino, debbano ricevere un trattamento agevolato.
Varrebbe la pena di studiare una copertura assicurativa, connessa con l’appartenenza al Cai (cosa che potrebbe anche invertire il calo delle tessere); in quanto ai non assicurati, si potrebbe ipotizzare un ticket modulabile (codici di diversa gravità). Ma il problema è complesso laddove il soccorso si incrocia con il servizio sanitario, come in Friuli-Venezia Giulia (va da sé che per non pagare, tutti denuncerebbero malori di varia natura, dunque con prestazione garantita e gratuita).
Bisogna comunque affrontare il problema in sede nazionale, considerandone le articolazioni locali.
Commento a Rinaldo (1.)
Con la stessa logica si dovrebbe far pagare le cure mediche a chi fa un incidente automobilistico non rispettando i limiti di velocità, l’uso delle cinture di sicurezza, ecc., o addirittura chi utilizza un autoveicolo senza ABS, airbag e altri affini sistemi di sicurezza. Non mi sembra una logica che possa funzionare, anche perchè legata ad un esame soggettivo sempre opinabile.
Il soccorso dovrebbe essere gratuito in presenza di infortunio, a pagamento per le altre casistiche, da definire in maniera adeguata utilizzando anche i numerosi dai in possesso del CNSAS sugli interventi effettuati.
Per Luciano(4)
La copertura assicurativa per i soci CAI in caso di recupero c’è già.
Sottoscrivo quanto detto da Gian Marco, se proprio vogliamo esagerare, quante malattie sono dovute a “cattive” abitudini?
Forse che un fumatore o un divoratore di hamburger paga le spese sanitarie quando ha patologie legate ai suoi vizi?
Faccio parte del CNSAS da un bel po’ di anni e a mio parere è una questione di numeri: gli interventi non motivati stanno aumentando in modo esponenziale !! Non so se sia fattibile ma un tiket mi pare un deterrente necessario al malvezzo montante. L’ultima: quest’estate ci hanno chiamato per un escursionista che “si era perso e stava per morire” (parole sue al cellulare): era seduto su un largo sentiero segnato, a 500m in linea d’aria da un paese, ma era senz’acqua !! Siamo usciti in 8 persone e due mezzi… Ci siamo un attimino sentiti presi in giro!
Ciao a tutti
Pienamente d’accordo con Gian Marco. Sono consapevole dei costi del servizio come di qualsiasi altro servizio di Soccorso; sarebbe più giusto parlare di sanzione per chi richiede un intervento in seguito a incidente causato da propria imperizia/negligenza o inadeguatezza di equipaggiamento. Ad esempio l’automobilista ubriaco che causa incidente viene soccorso gratuitamente salvo poi venire sanzionato per il reato commesso (la guida in stato di ebrezza). Mi chiedo quali siano i criteri adottati per stabilire se un intervento non è motivato, se gli stessi saranno univochi ed inequivocabili e mi chiedo inoltre come mai parta un soccorso se lo si ritiene, come ho letto, non motivato.
Ho fatto parte per 15 anni del CNSAS e ne abbiamo viste parecchie. Concordo sul fatto che gli interventi per “futili” motivi stanno aumentando in maniera esponenziale. Il “telefonino” poi ha innalzato il livello di “sicurezza” di molti escursionisti poco preparati creando una sorta di panacea o esorcismo contro il pericolo (-“tanto al limite chiamo il 118”-).
Ricordo un caso dove due giovani turisti austriaci chiamarono l’elicottero attraverso il 118 perchè erano stanchi e non se la sentivano di tornare indietro. Il tutto su una montagna (S. Viglio sopra Lana BZ) che non supera i 1700m piena di sentieri baite e rifugi.
Secondo me si deve lavorare su due fronti: PREVENZIONE – già nelle scuole primarie va insegnato il rispetto per l’ambiente montano, compresi i metodi per goderne senza rischio. Qui il CAI potrebbe essere veramente presente a livello nazionale.
CURA – negli interventi in cui è dimostrabile negligenza o poca preparazione, l’intervento va pagato almeno per il 70%.
Ora ho riflettuto ed ho le idee più chiare: l’intervento di soccorso deve essere gratuito ed eventualmente và sanzionato il comportamento irresponsabile o la mancanza che hanno provocato la situazione di pericolo e l’eventuale incidente. C’è una differenza sonstanziale tra la sanzione (i cui soldi poi andrebbero comunque a coprire l’intervento) ed il dire “soccorso a pagamento”, una differenza di forma che ritengo importante.
Ritengo opportuno sanzionare che abusa del servizio.
Resta la difficolta’ di stabilire quando l’abuso ci sia.
Penso a tante situazioni limite che daranno luogo a contenzioso infinito.
Fondamentale una pressante pubblicita’ per le regole per muoversi con ragionevole sicurezza in montagna.
Sono ancora aperti i commenti sul soccorso alpino?
Se sì vorrei dire qualcosa essendo stato componente del CNSAS.
Saluti
Per Mauro. Certo che sono ancora aperti: tutti gli articoli pubblicati in passato rimangono sempre on line e commentabili, e anche per gli articoli più datati la visibilità dei commenti è assicurata dalla voce “Ultimi commenti” nella barra laterale a destra. Quindi Mauro sei il benvenuto!..
e se la chiamata viene effettuata da una persona che ha assistito all’incidente pensando che sia necessario l’intervento del soccorso senza prima sincerarsi dell’accaduto, chi dovrebbe/deve sostenerne il costo?
Trovo casualmente un commento da parte di un certo Mauro ORIA (omonimo?) che sostiene aver qualcosa da dire sul CNSAS.
Essendo stato componente del CNSAS, vorrei poter vedere i commenti che si ascrivono al mio nominativo, per non essere coinvolto in polemiche sterili.
Chi utilizza il mio nome, salvo sia un omonimo (ma dovrebbe sottolinearlo…), voglia cortesemente smettere di scrivere dietro falsa identità.
Possibile che esistano due Mauro ORIA già componenti del CNSAS? Mah!
Mauro ORIA
Strada Corio 81 San Carlo Canavese – 0119205546
Lo scrivente si qualifica e non ha nulla da nascondere……….