Il vento passa tra le fronde e tra i denti; accade quando scali con il sorriso. Elena sale, danza sulla roccia. La piccola montagna di scisti verdi crea un’attrito fantastico che le permette aderenza, per quanto le sue scarpette sia logore e usurate. La sento attraverso la corda che scorre nelle mie mani; è il suo spirito che mi passa fra le dita.
Tocca a me… salgo a mia volta. Se ci chiedessero al riguardo dovremmo dire che siamo “soli” nel bosco, nel senso che siamo gli unici ad arrampicarci su queste falesie. Di fatto c’è tanta di quella vita tutto attorno a noi, dentro di noi, che quasi spaventa.
Il sipario di tenebra sopraggiunge e decidiamo che non ci basta quanto abbiamo vissuto. Potremmo continuare con le frontali, presa dopo presa, ma preferiamo camminare. Prendiamo il sentiero a monte e fissandoci un crinale lontano come meta procediamo, tra discorsi e battute.
L’essenza continua a manifestarsi ovunque.
Ed è ancora vento fra gli alberi ed è ancora brezza fra i denti, che si mostrano nel sorriso, anche se non li vedi al buio, ma li ascolti nell’intonazione della voce, nella gioia che avverti.
Il mio amico Paolo, scalatore e psicologo, mi ha spiegato che quando ridiamo il corpo genera in noi sostanze che ci fanno sentire bene. Non so se si parli di endorfine o di qualche cosa di similare. So che anche solo il simulare quell’espressione consegue benessere.
Pare che l’evoluzione abbia preferito il più sorridente quale più adattato alla sopravvivenza sul pianeta.
Alle volte mi chiedo se non sia tutto talmente semplice: inseguire ciò che fa star bene le persone che amiamo e noi stessi ci congiunge con la felicità…
La natura è intelligente, è armoniosa, è se stessa. Del resto se ha inventato creature come quelle che ho di fronte ai miei occhi nel bosco, sa esattamente ciò che siamo e ciò di cui abbiamo bisogno.
Proseguo a camminare con Elena… e sorrido.