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4 Febbraio 2015

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La sottile traccia della follia

Allenarsi. Credere in un sogno. Non sperare, ma credere. Fabbricarlo. La stessa differenza che passa tra il pensare che sia possibile, costruendolo, e aspettare il miracolo esogeno che non avverrà mai, con la coscienza a posto perché si può dire agli altri “ma in fondo ho provato”, pur sapendo che non è così.

Fabbricare il sogno, cosa diversa. Vivere e non sopravvivere, senza nascondersi dietro il godersi l’oggi, l’attuale… Nient’altro che scudo, finzione protettiva che allontana da se stessi e dal vero, dai sensi, dall’Io, dal dolore sostanzialmente, impedisce di consumare l’esistenza.

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Giornate che corrono, mentre tu le vedi muoversi al rallentatore e passi fra gli oggetti galleggianti scrivendo la storia, non chissà quale, solo la tua.

Si dice che esista una dualità tra mente e corpo; non ha senso. Noi siamo il corpo, la mente è solo un’allucinazione, un concetto astratto per indicare la nostra presenza. Non possiamo accettare la nostra finitezza e mortalità e quindi condensiamo in un concetto fintamente concreto l’archetipo di spirito, con l’Io soggiogato dai sensi, i cui trasduttori sono presenti fisicamente in maggioranza nel capo, suggerendo l’esistenza di quest’illusione. E via di terzo occhio…

Non esiste la mente, esiste il corpo e la sua coscienza, un sistema di fisici scambi elettrici. La consapevolezza.

Eppure esso può esser messo a punto al servizio di ciò che intendiamo con mente. In questi giorni sto riprendendo kg, pian piano, per avere più forza e mi sto allenando a scalare, dopo mesi e mesi, con miglioramenti esponenziali, fortunatamente per me. Sistemo la propriocezione con la slack line, curo i danni a uno a uno. La mia mano a cui ho reciso un piccolo nervo e il mio dito del piede che ha una paralisi, diverranno presto funzionali. Aggiusto le pulegge con il taping. Seguo una dieta, cadenzo gli allenamenti e pian piano mi metto a punto. La mia macchina di carne al mio servizio è in via di messa a punto.

—ma non esiste la mente, quindi al servizio di se stessa.

E per cosa? Per ciò che la mente vuole… sogni d’Oltre, avventura al servizio della trascendenza.
E se non esiste? Allora al servizio di qualcosa che è al di là di me, prodotto da qualcosa che non esiste al servizio di se stesso, un elemento non senziente.

Ok, iniziamo a esserci… mi sto allenando nella direzione giusta.

Christian Roccati
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