A Castel di Sangro, piccolo Comune della provincia dell’Aquila a 800 metri di quota, tra dolci pendii e ampie distese coltivate, le aziende Feudo Antico e CasaDonna, in collaborazione con la Facoltà di Agraria dell’Università Statale di Milano hanno dato vita a un progetto che punta sulla viticoltura d’alta quota per contrastare il fenomeno della progressiva desertificazione e del surriscaldamento globale.
L’obiettivo è quello di dimostrare che anche le zone montane possono regalare vini di qualità, impresa che nelle basse quote risulta sempre più ardua.
I cambiamenti climatici e l’innalzamento delle temperature, infatti, hanno comportato problemi di eccessiva maturazione, di scarso sviluppo degli aromi e alta alcolicità, proprio in un momento in cui eleganza e profumo sono qualità sempre più richieste nel mercato del vino.
I vini di montagna, dal canto loro, presentano altissimi standard di qualità e genuinità e rappresentano il 4-5% del mercato della viticoltura europea.
Sotto gli occhi degli esperti dell’Università di Milano, Feudo Antico – piccola azienda vinicola che affonda le proprie radici nella tradizione abruzzese – e CasaDonna – progetto di recupero dello storico convento, trasformato in ristorante e centro di formazione per chef – hanno dunque scelto di impiantare i vigneti a quota 800 m.s.l.m., in un clima freddo e su un terreno franco argilloso, per tirarne fuori varietà internazionali come il Pinot nero, il Riesling renano, il Sylvaner verde e l’autoctono Pecorino.
Il prossimo anno è prevista la prima vendemmia.
Fonte: www.conoscere.abruzzoturismo.it
Tags: Abruzzo, CasaDonna, Castel di Sangro, enologia, experience, Facoltà di Agraria dell'Università di Milano, Feudo Antico, Mountain Taste, vigneti d'alta quota, vini, vini di montagna, viticoltura d'alta quota, viticoltura di montagna