Tic, Tac, Tic, Tac, Tic, Tac… 10 agosto …L’Iceland aspetta.
Sveglia, abbracciato da evanescenti spire di caffé.
Sistemo le mie “poche” cose e trovo colazione già pronta, ringrazio, quindi mi dedico a sistemare tutto e lavar le stoviglie.
Parlo un po’ con le altre guide. Enrico, frizzante e scherzoso, energico; Umberto, fiero, rasserenante eppure immerso nei suoi pensieri; Andrea, di cui sarò compagno in quest’avventura, espertissimo montanaro, erudito di pietra e di verde, intelligente, forte ma umile.
I clienti, amici e futuri amici, stanno per arrivare, quindi non c’è un attimo da perdere. Saltiamo in macchina e andiamo a fare la spesa, prendiamo anche dell’equipaggiamento per noi. Prepariamo il cibo per 13 persone che in autonomia dovranno organizzarsi per quasi una settimana e per le quali cucineremo tre volte al dì.
Andrea sceglie il menù in base alla propria esperienza e a quella delle guide che l’hanno preceduto. Ha già effettuato il percorso e conosce questa terra da quasi dieci anni. I ruoli ci calzano naturali, lui guiderà il gruppo e spiegherà ogni qual cosa vedano, incendiando la loro curiosità. Io sarò la figura silente che raduna il branco in coda e che si assicura che ogni cosa vada per il verso giusto, che non ci siano né rischi, né problemi. Invisibile, ma dappertutto.
Grazie all’aiuto di appoggi locali che ci lasciano usare una sorta di quartier generale, osserviamo il percorso con le mappe e incrociamo le previsioni di venti, maree, nubi e pressione… Dovremo calcolare tempistiche e campi, guadi, temperature e molto altro, oltre il 66° grado di latitudine.
Inizio a sentire al telefono i primi arrivati e mi assicuro che facilmente giungano in hotel, nel frattempo continuano i preparativi. Non sto per niente bene grazie all’aria condizionata degli aerei che ho preso poche ore fa… Il vento del nord non mi ha mai fatto questo scherzo. Ho poche ore per guarire, ce la metto tutta.
Andiamo a letto tardi, quanto tutto è a posto. Dormiamo un’oretta e mezzo e si parte per l’aeroporto. Alle due riesco a dare il primo benvenuto. Accolgo un’esperto montanaro per primo, il quale calza la maglietta di Traversella… E’ certamente molte cose, ma si presenta come uno scalatore, “iniziamo già molto bene!”. Sorrido, sorride.
Li scortiamo all’hotel, poi torniamo all’appartamento. Lavoriamo ancora per gli ultimi preparativi. Alle 4 e mezzo andiamo a nanna, alle 7 siamo operativi al loro hotel, con il motore acceso e due colazioni nello stomaco.
Sembra che qui in Islanda non avrò ritmi diversi da quelli che vivo a casa; spero prima o poi di poter dormire almeno 3 ore…
Vorrei che questo viaggio fosse vita pura e servisse a qualcosa. Darò il mio impegno e impiegherò il mio spirito perché queste persone stiano bene e possano avere dei ricordi che migliorino le loro vite; faranno il bene di altre esistenze.
Al ritorno dedicherò questi momenti a un percorso più diretto e semplice… alla LILT
…forse qualcuno, come me “in punta di sogni“, vorrà aiutarmi.
Magari tu.
Basta così poco.