Fra chi suggerisce di “fare il morto” e chi di “contrattaccare gli orsi”, sembra che a regnare sia la confusione. Ecco alcuni spunti sul vademecum da seguire in caso di incontri con un plantigrado.
Complici le notizie provenienti dal Trentino sulle aggressioni di uno o più orsi che hanno ferito runner ed escursionisti, si è innescato in rete un dibattito su quale sia la procedura più corretta da seguire in caso di incontro ravvicinato con i plantigradi. Secondo i cartelli affissi dalla Provincia Autonoma di Trento, che per la prima volta parla apertamente di “Pericolo Orsi nell’area”, è indispensabile parlare a voce alta e farsi notare per far allontanare l’orso prima ancora che venga avvistato. In caso di incontro, la PAT raccomanda di “non correre o muoversi con concitazione, allontanarsi lentamente.”
Dello stesso avviso sembra essere la Provincia Autonoma di Bolzano che suggerisce: “Se dovesse verificarsi un attacco di una persona, mettere davanti a se un oggetto, ad esempio il cestino dei funghi o lo zaino. Se questo non dovesse essere d’aiuto, sdraiarsi a terra in posizione fetale proteggendo la testa con le braccia”. Anche il Parco dello Stelvio, infine, aderisce alla linea della posizione fetale: “Sdraiati a terra e fingiti morto: rimani sdraiato sulla pancia in posizione fetale, con le mani strette attorno alla testa. Uno zaino può proteggere la schiena. Cerca di rimanere più calmo e silenzioso possibile”.
Il National Geographic, invece, afferma che “non è una buona idea fingersi morto, si potrebbe attirare la curiosità dell’animale”; eppure, secondo un vademecum pubblicato sul sito (qui il link), in caso di atteggiamento minaccioso da parte del plantigrado non è nella fuga che si trova la giusta soluzione: “Un atteggiamento minaccioso dell’orso ha lo scopo di farvi andar via, non quello di attaccarvi. A volte l’orso compie anche dei “falsi” attacchi, senza contatto. In questi casi raggomitolati, proteggiti e riparati con quello che hai e allontanati senza correre.”
Interessante anche l’articolo di wikihow dal titolo “Come fuggire da un orso” (qui il link). In questo caso, si suggerisce di “fare il morto” nel caso di attacchi da parte di grizzly e orsi bianchi ma di contrattaccare le altre specie: “Difenditi da tutti gli attacchi predatori o da un qualsiasi tipo di attacco da parte di un orso nero. Se vieni attaccato da un orso nero, o se hai stabilito che l’orso ti vede come una preda (è abbastanza raro, e generalmente più comune con gli orsi neri e quelli polari piuttosto che con i grizzly), la tua unica chance è quella di difenderti o spaventarlo. Colpiscilo con sassi, pentole, padelle, bastoni e persino a pugni, con qualsiasi cosa tu abbia a portata di mano. Potrebbe sembrarti un po’ fuori dalla tua portata combattere un orso, ma c’è tuttavia da tenere in considerazione il fatto che raramente gli orsi considerano gli umani una preda; un orso che attacca un uomo sarà di solito affamato, ferito o troppo giovane, e può essere spaventato molto facilmente, specialmente se colpito”.
In sintesi, per quanto la soluzione di restare sdraiati e tranquilli sembra essere la preferita, in realtà non ci sono comportamenti ritenuti universalmente validi e il rischio è che, fra una teoria e l’altra, a vincere sia solo la confusione. Secondo voi qual è il metodo da seguire in caso di incontro con l’orso?