Silvano Dovetta è il nuovo presidente del Parco del Po Cuneese da una manciata di giorni, e sta lavorando sodo per mettersi al corrente di tutte le attività dell’ente e per imparare a conoscere da vicino le sue strutture.
Silvano Dovetta, che è anche il sindaco di Venasca, non nasconde l’entusiasmo per il suo nuovo incarico.
“Più passano i giorni, più mi accorgo di quanto il Parco sia attrezzato, di quanto i suoi tecnici siano preparati – dice – e, anche, di quanto l’ente proponga attività davvero importanti per il territorio, sia per quello montano, che per la pianura”. E ancora: “In particolare, condivido la linea che finora è stata adottata nella gestione del Parco: l’attenzione è concentrata sulla salvaguardia dei terreni, della vegetazione e della fauna, e sulla prevenzione dei comportamenti dannosi”.
Quali sono i settori su cui concentrerà le energie?
“Mi piacerebbe puntare sempre di più sul “turismo scolastico”. Il progetto Ettra per l’educazione ambientale dei ragazzi, su cui continueremo a lavorare e che vorremmo potenziare, solo lo scorso anno ha coinvolto quasi 1300 giovani, impegnati in una settantina di diverse attività. I dati sulla partecipazione sono notevoli, e dimostrano quando sia utile e apprezzata questa proposta anche dagli adulti che, in più occasioni, sono stati coinvolti in iniziative ambientali”.
A scopo educativo, potrebbe anche essere utile far conoscere sempre di più i musei e le strutture del Parco.
“Certamente. Il Parco vanta musei che custodiscono collezioni preziose di animali imbalsamati e minerali, e puntuali ricostruzioni di ambienti naturali: i ragazzi devono essere incoraggiati a fruire di questo patrimonio a loro disposizione. Il Parco gestisce anche l’Ostello del Po, che potrebbe ospitare le scolaresche in visita e funzionare come appoggio per gli scambi culturali. Insomma, ci sono tutte le basi per potenziare la collaborazione con le scuole di tutto il Piemonte, e non solo”.
Finora il Parco è stato coinvolto in importanti progetti transfrontalieri. Pensa di continuare in questa direzione?
“Sì: anzi, siamo al lavoro proprio per mettere a punto un altro progetto che presenteremo all’Alcotra, con il territorio del Queyras, che è molto vicino al nostro e di cui conosciamo già bene le strutture tecniche e politiche, grazie anche all’attività che stiamo portando avanti da diversi anni con il PIT. Abbiamo la possibilità di richiedere i fondi europei, ancora più preziosi in un momento di difficoltà economiche come questo: i tecnici dei due parchi si sono incontrati più volte”.
Il Piano Integrato Transfrontaliero, il Pit “Monviso: l’uomo e le territoire”, che fa parte del programma di cooperazione Alcotra fra Italia e Francia, è stato completato?
“Il Pit è entrato nella sua fase finale: quattro progetti sono in corso di ultimazione. Quello del turismo ciclabile terminerà in estate, quello ambientale realizzato dal Parco del Queyras e il nostro nella primavera 2013. E’ stata un’iniziativa molto importante soprattutto perché ha visto la partecipazione e il lavoro di tanti partner sui due versanti”.
Quali sono i progetti sull’area di Staffarda, che la Regione ha affidato in gestione al Parco?
“Staffarda è una risorsa importantissima, soprattutto per la molteplicità di aspetti che l’area è in grado di offrire, da quelli ambientali e naturalistici, da quelli storici a quelli agricoli. Come concordato con la Regione Piemonte, una particolare attenzione sarà rivolta alle aziende che qui lavorano da generazioni”.
Ci sono altre questioni prioritarie, che affronterete presto?
“Tengo molto a incontrare i sindaci sia del Parco che quelli passati ora nelle “aree contigue” a quelle del Parco, per conoscere le loro problematiche. Vogliamo continuare a essere presenti e disponibili e ci piacerebbe convenzionarci per prestare servizi e collaborare, ritenendo che tutta “l’asta” del Po debba rimanere un’area ambientalmente rilevante”.
Proprio in questi giorni apre anche uno Sportello Forestale, nella sede del Parco, in via Griselda, a Saluzzo.
“Sì: si potranno ricevere tutte le informazioni necessarie sull’applicazione del regolamento forestale regionale, in particolare sui tagli e presentare le comunicazioni previste dalla normativa. Vogliamo essere vicini al cittadino che ha bisogno, magari, di abbattere qualche pianta, ma vuole farlo nel rispetto del regolamento e della natura”.
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